C’E’ BISOGNO DI ROTARY, C’E’ BISOGNO DI NOI.
Care Amiche e Cari Amici,
in questi ultimi giorni, durante le visite ai Club, siamo stati tutti sopraffatti dai terribili avvenimenti di Parigi. In apertura di ogni visita il Presidente ha chiesto un minuto di silenzio per le vittime di questo atto di barbarie, un atto talmente disumano da eccedere ogni possibile tentativo di comprensione.
Successivamente abbiamo cercato di capire e di soffermarci con stupore attonito di fronte a una realtà che ancora facciamo fatica ad accettare: Parigi, ma anche la Nigeria, il Mali, il Sudan …
Subito dopo è salita spontanea una domanda, cosa possiamo fare? Sì, certo esecrare condannare senza se e senza ma, poi … indignarci, manifestare … e tutto ciò è importante per testimoniare a noi stessi e a tutto il mondo, compresi agli efferati assassini, che ci siamo, che non siamo succubi e che siamo convinti che i nostri valori e la nostra visione della civiltà prevarranno.
Poi, dopo il momento, anche emotivo, dell’indignazione, subentra quasi una forma d’impotenza, un’incapacità a leggere quali ulteriori iniziative portare avanti e quale possa essere la migliore soluzione per affrontare una crisi che minaccia, non solo le nostre esistenze, ma la nostra stessa concezione della vita.
Non possiamo, infatti, non osservare come in questi ultimo secolo e mezzo, abbiamo sviluppato la convinzione che i valori che la nostra cultura e civiltà nel corso dei secoli hanno donato al mondo: libertà, tolleranza, rispetto delle opinioni altrui, uguaglianza di opportunità … siano stati acquisiti, con fatica, ma una volta per tutte.
Abbiamo avuto la percezione che quanto consegnato dai nostri padri, costituisse un patrimonio indiscutibile destinato a durare per sempre.
Ci siamo accorti come questa falsa visione, questa indolenza ci abbia reso vulnerabili alle incursioni di coloro i quali considerano questi principi men che immondizia, spazzatura di cui liberarsene al più presto.
Forse noi europei, in particolare, non ci siamo sufficientemente impegnati nella trasmissione convinta alle nuove generazioni di questo patrimonio, ma soprattutto non abbiamo trasmesso l’entusiasmo e l’ardore che i nostri padri e i padri dei nostri padri, avevano manifestato nel perseguirli. Kierkegaard affermava: “Lascia che altri si lagni che i tempi sono cattivi: io mi lagno ch’essi sono miserabili perché senza passione.”
D’altra parte la passione nasce da un’attrattiva potente: siamo ancora attratti e quindi testimoni, del patrimonio che ci è stato consegnato?
Se impareremo che i criteri su cui basiamo le fondamenta della nostra civiltà hanno necessità di essere riguadagnati tutti i giorni, di essere conquistati, custoditi e accuditi tutti i giorni allora li trasmetteremo con amore convincendo i giovani con la nostra convinzione piuttosto che con una meccanica e formalistica imposizione.
La risposta alla barbarie è affidata a noi, a ciascuno di noi nell’ambito della realtà positiva che ognuno ha incontrato e tra le realtà positive di cui il mondo, grazie a Dio, ancora dispone, noi abbiamo incontrato il Rotary.
Espressioni come coesione sociale, condivisione, rispetto, eliminazione delle diseguaglianze sono il pane della nostra più genuina tradizione di cui noi rotariani ci cibiamo, sono il presupposto dei nostri progetti, rappresentano l’humus della nostra storia di bene.
Pensiamoci e forse potrà di nuovo tornare l’affezione al nostro sodalizio, quella passione di cui parla Kierkegaard, in tutti noi e soprattutto nei soci che si stanno allontanando, ritornerà una motivazione vera negli amici un po’ delusi o disincantati, ritornerà il giusto orgoglio di appartenere a una compagine di uomini consapevoli e attivi nel servire.
Cosa possiamo fare di concreto? Essere rotariani, contribuire alla diffusione di una concezione positiva della vita erodendo, con la nostra perseveranza attiva, con il nostro servizio e i nostri progetti, l’indifferenza, la pura emotività, l’indolenza, la rassegnazione, l’inutile rabbia cieca, il pessimismo generico e lo scetticismo di maniera.
Torniamo nei nostri Clubs, telefoniamo agli amici che da un po’ di tempo mancano alle riunioni, parliamone con chi rotariano non è ma è in grado di comprendere ciò che noi propugniamo. Incontriamo le istituzioni. Mettiamoci sempre più al servizio del nostro ambito sociale.
Ora …ancora di più c’è bisogno di noi, si, di noi che siamo un dono per il mondo.
Un caro saluto a tutti.
Paolo