Carissimi Amiche ed Amici,
Febbraio è il mese della Pace, della Prevenzione e Risoluzione dei conflitti.
Giustamente questo tema viene associato al mese nel quale, il giorno 23, festeggiamo la ricorrenza della nascita del Rotary.
Mi piacerebbe che tutti i club ricordassero questa data: infatti è importante, di tanto in tanto, riscoprire le nostre radici, riconfermare l’adesione ai nostri valori, che sono sempre quelli, di libertà, amicizia, tolleranza, solidarietà, professionalità, rispetto della dignità di ogni uomo e ricerca della pace. E’ importante, ogni tanto, guardarsi indietro, per rendersi conto della strada fatta, sapendo trarre, dai successi del passato, esempio e stimolo per fare sempre di più e di meglio in futuro.
Nel suo libro “La mia via verso il Rotary”, Paul Harris, in tempi ben diversi da questa globalizzazione che stiamo vivendo, indicava come promozione della comprensione fra le nazioni, i rapporti amichevoli e gli interessi comuni, che, attraverso le relazioni di natura commerciale e sociale, portano alla conoscenza di abitudini ed usi diversi, costituendo una preziosa fonte di arricchimento e comprensione per tutti.
Da sempre il Rotary ha seguito una linea di assoluta coerenza col suo scopo primario, quello indicato nel quarto comma dell’Art. 4 dello Statuto, che ci esorta a: “ propagare la comprensione reciproca, la cooperazione e la pace a livello internazionale, mediante la diffusione nel mondo di relazioni amichevoli…”.
Ed Johnson al Congresso di Atlantic City, nel 1936, quando già ci si stava avviando verso la catastrofe della seconda guerra mondiale, così si esprimeva: “nella conferenza di Venezia, i 1500 rotariani europei provenienti da 29 paesi, animati da buona volontà in un momento in cui l’Europa e il mondo sono lacerati dal dissenso, si sono mostrati decisi a mantenere stretti contatti con i soci degli altri paesi. Essi vogliono esplorare ogni possibilità che possa essere di aiuto allo sviluppo della reciproca comprensione e al mantenimento della Pace fra i popoli.”
Dopo la guerra, al Rotary fu dato un ruolo di primo piano nella costituzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Molti anni dopo, in tempi diversi, ma ancora di guerra fredda, Charles Keller al congresso internazionale del 1987, disse: “la conquista della pace nel mondo è l’imperativo categorico della nostra epoca. In un mondo che possiede strumenti di autodistruzione, se non troviamo il modo di vivere in pace, ogni altra soluzione non avrà importanza.”
Oggi, fortunatamente, i tempi non sono più quelli delle sanguinose guerre che hanno funestato la prima metà del secolo scorso, e nemmeno quelli del successivo periodo di guerra fredda, ma la pace è ancora purtroppo tremendamente lontana in tante aree del mondo. Negli ultimi vent’anni le guerre civili, le violenze etniche ed il terrorismo hanno causato oltre quattro milioni di vittime, di cui purtroppo quasi la metà erano bambini.
Il Rotary ha allora voluto concretamente dimostrare il suo impegno a favore della pace, istituendo, tramite la Fondazione, i Centri Rotariani di studi internazionali, nonché i programmi di studi professionali per la pace.
Il piano di studi, in questi Centri, per il conseguimento del master, si articola, da un lato, sulle cause primarie di conflitto, quali la povertà, lo sviluppo non sostenibile, la mancanza di libertà politica, e, dall’altro, sulla attività diplomatica quale metodo per la soluzione dei problemi internazionali. Il diploma apre, a coloro che lo hanno ottenuto, le porte di Organizzazioni mondiali come l’ONU, o di organizzazioni governative e non governative di importanza mondiale.
Importanti, agli effetti della promozione della pace, sono anche i programmi educativi ed umanitari della Fondazione e del Rotary International. I primi, che essenzialmente si identificano con le borse di studio, gli scambi di gruppi di studio, gli scambi di giovani, sono veicoli di conoscenza e di comprensione fra giovani uomini e donne di diversi paesi, e sono già, di per sé, premessa di pace. Essi mirano inoltre a dare un futuro migliore ai giovani di tutto il mondo, rendendoli più sereni, maturi e aperti alla comprensione degli altri.
I progetti umanitari, che si realizzano secondo il principio del Servizio Rotariano, attraverso disponibilità, presenza, coinvolgimento, desiderio etico di colmare le differenze, di aiutare tanti esseri umani a cominciare a vivere dando umana dignità a chi non ce l’ha, aiutano ad eliminare tante tensioni.
Tensioni che spesso si accompagnano al degrado ed alla frustrazione, fonti di discordia e di conflitto di chi vive ai margini della società.
Ernesto Imbassahj de Mello, nel 1975, ci ricordava che “conferire dignità all’uomo sotto ogni aspetto, culturale, intellettuale, spirituale, significa procedere a grandi passi verso l’ambita meta di realizzare la comprensione fra gli uomini, ossia verso la pace nel mondo.”
Ecco allora che appartenere al Rotary International e sostenere la nostra Fondazione significa anche sostenere la pace nel mondo.
Ma la pace deve nascere anche intorno a noi: Il Rotary non può essere strumento di pace se ciascuno di noi non ne è promotore: e se noi non fossimo capaci di pace fra noi, nel Club, nelle nostre relazioni, con chi ci è vicino, potremmo mai sinceramente esserlo nei confronti di chi ci è lontano, e non ci appartiene ?
Ricordate le belle parole “i piccoli atti dimenticati e senza nome, che costituiscono la parte migliore della vita di chi è buono” ?
Per costruire la pace ciascuno di noi deve sentirla e volerla dentro di sé e nei confronti di tutti. Ciascuno di noi dovrebbe essere il centro e l’elemento stimolatore di tante piccole aree di pace e, tutti insieme, dovremmo far sì che ciascuno dei nostri 35.000 Club nel mondo divenga un’oasi di pace così da coinvolgere le proprie comunità e propagarla nel mondo.
E’ un sogno ?
Forse, ma è l’auspicio che io mi sento di esprimere in occasione di questo 23 febbraio, augurandomi che ciascuno di noi sappia portare la propria goccia nell’oceano della pace mondiale !
Grazie, amici,
un grande abbraccio come sempre e
Buon Rotary a tutti !
Franco