Ci sono parole che non si vorrebbero mai dire, frasi che non si vorrebbero scrivere.
Quant’è duro ricordare un amico, non poterne più parlare al presente.
Khalil Gibran ha scritto che il ricordo è un modo d’incontrarsi. Credo sia vero, ma è un incontrarsi con dolore, ha il sapore solo della spiritualità. Manca la fisicità dell’incontrarsi. Non c’è il tocco di mano. Non ti prende il cuore. Se è vero, come dice Marquez, che il vero amico è chi ti prende per la mano e ti tocca il cuore, allora mi manca la stretta, di mano. Resta una stretta, al cuore. Ma che fa molto male.
Raccontare di Edile Belelli non è facile, tante sono le cose che si dovrebbero dire e ricordare: come chirurgo, come rotariano, soprattutto come uomo. Tanto intransigente con sé, ma anche con gli altri quando s’ha da fare sul serio, quanto tenero e delicato nei rapporti umani. Quelli appunto che partono dal vincolo delle mani e finiscono per carezzare il cuore.
Eravamo a Rimini: congresso 1992, Grand Hotel, ambiente alla Fellini, Edile Governatore. E’ lui che sta parlando. A mezzo sala un rotariano sta leggendo il giornale. Edile s’interrompe. Silenzio in sala. Cortese ma fermo richiamo del Governatore: qui dentro si ascolta quello che dice il Governatore. I giornali si leggono fuori. Ci vuole del coraggio; soprattutto bisogna essere convinti che il Rotary sia una cosa seria. E saperlo rimarcare all’occasione.
Sono passati vent’anni da quando nella nostra regione è sorto un Rotary Club con una significativa presenza al femminile. Pura innovazione. Nessun club si sentiva, singolarmente, di fare da padrino al club nascente, che forse avrebbe potuto non nascere. Prende l’iniziativa Edile Belelli. Nessuno vuol fare il padrino: bene. Tutti padrini. Nessuno ha il coraggio di negarsi. Nasce il club con la partecipazione femminile: è il settimo club bolognese. Sei presidenti sono al tavolo presidenziale all’inaugurazione: abbondanza di padrini. Un sogno realizzato. Sono poi tutti contenti.
Un fatto che mi riguarda da vicino: Edile Belelli non aveva conosciuto personalmente mio padre, governatore riminese 1964/1965. Il Rotary club Rimini ha dedicato un premio alla Sua memoria. Quando può il governatore al momento in carica lo consegna. Governatore dell’anno è Edile Belelli. Viene a Rimini e racconta mio padre che, come detto, non aveva conosciuto. Lo racconta così bene da pensare ad una lunga frequentazione. Aveva studiato. Oggi si dice che aveva fatto bene i compiti. Come nelle sue abitudini. Non lasciava mai nulla di non approfondito. Destava sempre stupore. Mia madre lo ringraziò con una lacrima. Scusate il fatto mio personale, ma nulla è più personale dell’amicizia. Forse per questo è tanto importante.
Bologna è la patria di Marconi. Talora la notizia ai bolognesi sfugge. Ma non sfuggì ad Edile Belelli. A conclusione del suo anno di governatorato destinò i resti di una oculata amministrazione del distretto alla Fondazione Marconi. Una cifra importante. Lui ne andava particolarmente fiero. Per questo, al mio turno, feci un premio Marconi che andò a Sergio Zavoli; Edile ne era molto contento. Era ancora un’occasione per ricordarci di Guglielmo Marconi, che non è solo l’ispiratore del nome dell’aeroporto di Bologna, ma è colui che ha cambiato la comunicazione nel mondo. Non vale meno di Steve Jobs. Edile Belelli lo sapeva.
Ora però è il momento del raccoglimento e non più delle parole. Il ricordo diventa solo pensiero. Una folata di vento, un alito di vita che scappa, un grande Amico da portare nel cuore.
Per sempre.
Addio Edile!
Italo Giorgio Minguzzi
RINGRAZIAMENTO PER IL DISTRETTO
A nome di tutta la famiglia desidero trasmettere il nostro più sentito ringraziamento alle Autorità e ai Soci rotariani che hanno commemorato mio padre Edile in svariati modi, partecipando alle esequie, ricordandolo nei Club come attraverso gli organi di informazione e confortando noi familiari, così da farci sentire veramente insieme, amati e protetti come lui faceva.
Se qualcosa rimane dopo la morte e ancora alimenta i legami veri, quelli che non si possono più spezzare, allora certamente mio padre vive e vivrà nel Rotary, perchè lì lo portava un amore profondo, e quella luce non si può più spegnere, anzi si diffonde e si trasmette.
Gabriella Belelli