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Riflessioni/Considerazioni sul nascente Distretto 2072
Gianluigi Quaglio
Il 1° luglio inizierà ufficialmente la vita del Distretto 2072: il nostro. Ma già da un anno è in atto la preparazione della “squadra”, dei “quadri”: Governatore, Assistenti, Commissioni distrettuali.
Da tempo si parlava di divisione del Distretto 2070, giudicato territorialmente troppo vasto, con troppi club, oltre 100, troppi soci, oltre 6500.
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Sentimentalmente eravamo tutti contrari alla divisione: per le amicizie fra noi rotariani delle due regioni, per le tradizioni storiche, culturali e la complementarietà dei nostri caratteri. Ma chi aveva vissuto con mansioni di responsabilità la vita del 2070 sapeva come la vastità territoriale e l’elevato numero di Soci e di Club, gravassero sull’efficienza del Distretto e quindi negativamente sull’Associazione.
Chi ha fatto responsabilmente il Presidente di Club, ha potuto constatare come sia mutato il suo rapporto con l’Associazione: la sua formazione rotariana e l’amicizia reciproca con i Soci del Club.
La mia appartenenza al Rotary risale al lontano 1967 e, nell’anno 1979-80 sono stato Governatore Distrettuale. In questo lungo periodo ho maturato le riflessioni/considerazioni che ho esposto, che trovano conferma, osservando quanto sta accadendo nel nascente Distretto, avendo partecipato a tutte le riunioni di preparazione dei “quadri” svoltesi sinora.
Negli anni precedenti mai avevo osservato una “squadra” così coesa, efficiente e motivata come questa in preparazione.
Se è vero che i Club sono l’essenza del Rotary è non meno vero che è nei rapporti distrettuali con il Governatore e nelle manifestazioni distrettuali, cui partecipano i rotariani più motivati, che si avverte come l’appartenenza all’Associazione sia una “scelta morale”, che, se vissuta con coerenza,
“muta le nostre vite”