Sabato 4 ottobre presso l’Aula Magna dell’Università di Modena e Reggio Emilia si è svolto un interessante convegno organizzato dai Club Reggio Emilia e Reggio Emilia Val di Secchia, dal titolo: Cesare Beccaria e la Giustizia Penale oggi – a 250 anni dalla pubblicazione di “Dei delitti e delle Pene”.
Apertura lavori da parte del Governatore Distretto 2072 Ferdinando Del Sante “Per me è un onore essere qua. Rappresento il Rotary e sono Officer Rotary Internazionale per questo anno. Il mio distretto Emilia Romagna – Repubblica San Marino è composto da 50 Club e 3000 soci, vado a visitarli tutti e con loro condivido questo anno pieno di contenuti concreti, un Rotary della contemporaneità non legato a dichiarazioni autoreferenziali. Il cambiamento è molto forte, un cambiamento che continuiamo ad applicare in quello che facciamo ed ecco perchè oggi, nonostante ci fosse un’altra importante riunione rotariana a Ferrara, ho scelto di essere qui per l’attualità dei temi che verranno trattati da questi illustrissimi relatori.
Il Rotary propaga la comprensione reciproca, la cooperazione e la pace fra i popoli con relazioni notevoli, soprattutto improntate al rispetto delle persone e della nostra umanità in uno spirito di tolleranza e condivisione. Noi abbiamo come scopo quello di aiutare le persone in difficoltà, portare il nostro aiuto tramite la nostra professione, la competenza nel lavoro, tramite le cose che noi facciamo. Ecco che quindi c’è una grande attualità nel pensiero del filosofo Cesare Beccaria.
Non entro nel merito delle questioni scientifiche di questo convegno che verranno trattate dai vari relatori, voglio solo dire che un motivo di condivisione è che Beccaria ha fatto del principio di legalità e di proporzione della pena uno dei suoi cardini e li ha destinato a quello che oggi noi definiamo il fine rieducativo della pena.
La pena ha una funzione di prevenzione legata alla certezza della sua erogazione, quindi sostiene Beccaria che la pena non deve essere ne’ troppo dura ne’ inutile e deve servire prevalentemente a prevenire i delitti. In questo concetto così importante si comprende come la pena abbia questa priorità di essere rieducativa. Non serve togliere la vita al cittadino, non serve la tortura, inutile.
E’ contrario alla presunzione di innocenza e al senso di umanità, che pervade tra l’altro la nostra erogazione della giustizia. Proprio su questi aspetti, nel rispetto dell’uomo, del senso rieducativo della pena e cioè che la pena deve essere erogata insieme a strumenti di educazione, di conoscenza, di sapienza che rendano l’uomo consapevole di quello che ha combinato e di quello che non deve combinare, abbiamo inteso dare questa occasione alla nostra città, alla nostra comunità, ai nostri colleghi avvocati presenti stamattina, proprio perchè il Rotary è impegnato direttamente in azioni di servizio che hanno questo fine.
Voglio citarvi un progetto di service che il Rotary Club di Bologna mi ha illustrato nel corso di un incontro pochi giorni fa. Un service a favore del sostegno didattico a una classe di 5 giovani recluse del carcere della Dozza di Bologna, per sostenere proprio l’attività di apprendimento, di acculturamento, di educazione, dando gli strumenti necessari come ad esempio la cancelleria e tutto quello che serve, ma soprattutto in una prospettiva più congeniale alla nostra etica che è quella di mettere le eccellenze professionali, le competenze dei soci, al servizio della comunità.
Ecco allora che professionisti di alto livello metteranno a disposizione di questa classe la loro competenza con moduli didattici aggiuntivi, faranno gli insegnanti e svolgeranno questo service dando del loro tempo. Io credo che questo sia un bel esempio che va nella direzione dei principi che Cesare Beccaria ha ben descritto nel libro che tutti abbiamo letto “Dei delitti e delle pene” che impegna, come diciamo noi del Rotary, il cuore, le mani e la testa, affinché il nostro contributo serva un po’ alla nostra comunità come oggi mettiamo a disposizione della nostra comunità questo importante convegno.
Auguro a tutti buon lavoro e buon Rotary!”
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