La nota di inizio del Congresso di questa annata, che si è svolto a Rimini, è stata proprio all’insegna irresistibile della musica della Mondaino Youth Orchestra, che con indiscussa maestria, il 6 giugno, ha coinvolto con il suo ritmo travolgente, tutti i rotariani presenti e il pubblico che via via si è aggiunto, seduto o in piedi, all’Arena Francesca da Rimini. Con un inizio così ritmato e potente, il resto non poteva che seguire lo stesso percorso.
Ed ecco l’apertura vera e proprio del Congresso, sabato 7 giugno nello scenografico ed elegante teatro Amintore Galli.
C’è un filo rosso che lega tutti i momenti di questo Congresso: il desiderio di riaccendere la scintilla dell’impegno collettivo, il bisogno di comunità, il sogno condiviso di un mondo che metta al centro l’impegno per la pace, come antidoto all’ individualismo e ai conflitti.
Dopo il saluto istituzionale del Governatore Alberto Azzolini, e l’onore alle bandiere, la parola è passata al DGE Guido Giuseppe Abbate, e a seguire a Eugenio Boni DGN 2026/27 e Riccardo Vicentini DGD 2027/28; minimo comune denominatore degli interventi di apertura è stato l’invito all’impegno rivolto soprattutto ai giovani per favorire la crescita di valori nei leader di domani.
Il saluto del vicepresidente dell’Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, ha sottolineato come il “degrado geo valoriale” sia una minaccia per le democrazie liberali e il tessuto sociale. Di fronte a questi mutamenti – culturali, politici e anche commerciali – la proposta è chiara: invertire la tendenza assieme, istituzioni e Rotary, unendo forze e visioni.
Dal canto suo, l’assessore di Rimini, Francesco Bragagni, ha ricordato quanto sia cruciale che i presidi territoriali – come i club Rotary – sappiano unire approfondimento culturale e impegno concreto, toccando anche “temi caldi” del presente, come la pace, oggi tanto fragile nel panorama internazionale. “Nessuno si salva da solo”, è stato ripetuto più volte. E nessuno ha tutte le risposte da solo.
Martha Peak Helman, rappresentante del presidente internazionale, portando il suo saluto ha parlato del progetto del Centro della Pace a Istanbul: simbolo di un Rotary che non si limita a osservare il mondo, ma lo plasma con azioni concrete. “Non c’è futuro senza giovani, giovani con solide radici nelle comunità di appartenenza. I valori del Rotary, quali l’amicizia, l’inclusione, il servizio alle comunità, non devono cambiare e non cambieranno mai; ma il modo in cui ci incontriamo, l’aspetto dei nostri Club dovrà adattarsi alle necessità dei soci più giovani, una risorsa capace di sostenere il nostro effettivo”.
E sono stati proprio i giovani a portare l’energia più potente sul palco del congresso, grazie ai progetti Ryla, Ryla Internazionale a Malta e Ryla Junior, che hanno raccolto adesioni entusiaste anche da giovanissimi di 18-19 anni. La timidezza iniziale è stata superata grazie a condivisioni sempre più profonde; i partecipanti hanno dato vita a un autentico storytelling delle emozioni, del confronto, della crescita.
L’accoglienza è il primo passo per la nascita di una relazione autentica; per le nuove generazioni dobbiamo essere dei profeti, non per predire il futuro, ma per leggere la realtà e indicare la direzione da seguire. La conclusione è che non c’è futuro senza impegno per un mondo migliore e solo impegnandosi l’uomo può avere piena realizzazione.
Paola Battaglia ci ha raccontato l’incontro interdistrettuale di Palermo, esperienza che ha confermato come l’Interact vivo e vibrante, sia un ponte tra generazioni e abbia dato vita a dei gemellaggi.
Adele del Bello ha parlato del progetto VTE con l’Albania; servizio alla comunità, start-up, condivisione di valori, sono stati questi i punti di confronto con i soci in visita al nostro distretto, presenti anche al congresso, segno tangibile di un Rotary in espansione, impegnato a lavorare per la leadership giovanile: nuova energia rigenerante.
Si è proseguito continuando a parlare di start up, un progetto del distretto a favore dei giovani; dando spazio alle loro idee si favorisce la nascita della leadership e di nuovi leader, che, supportati da mentori Rotariani, contribuiranno all’innovazione tecnologica indispensabile per creare un futuro sostenibile e per la formazione dei soci di domani.
Come sottolineato dai PDG Angelo Andrisano e Fiorella Sgallari, centrale resta il rapporto con le università: lavorando assieme favoriremo la nascita di progettualità e sosterremo le nuove generazioni permettendo loro di essere il motore del cambiamento come testimoniano i progetti già avviati con le Università della regione.
Guendalina Middei – influencer e docente – ha poi offerto un messaggio potente: leggere i classici è coltivare la pace. Con emozione ha portato in scena Antigone, Eteocle e Polinice, fratelli divisi dall’odio, per ricordare che “non per odiare sono nata, ma per amare”. È questo il messaggio che ha lasciato ai ragazzi: la pace comincia dentro di noi.
Coltivare la cultura è un atto rivoluzionario: mettersi nei panni degli altri, sentire molto, ridimensionare il proprio io per trovare armonia in famiglia e in comunità. “; solo attraverso questi passaggi raggiungeremo la serenità interiore e la pace. La conoscenza dei classici, con la loro visione corale della realtà, è via e strumento “Nessun uomo è un’isola” e questo vale anche per i club, serve un cammino condiviso che porti ad andare altre, costruendo qualcosa che travalichi l’io per andare verso il noi.
L’orgoglio di far parte di qualcosa che costruisce e lascia tracce è emerso anche dagli interventi finali di Maria Grazia Palmieri a capo della commissione Comunicazione e Carmelita Ardizzone validissimo membro di più sue sottocommissioni: Il Rotary comunica i propri valori anche con nuovi linguaggi, con un’attenzione rinnovata alla narrazione, alla testimonianza, all’ispirazione, rendendo i giovani protagonisti, raggiungendo grazie ai nuovi canali, quante più persone possibili. Il governatore ha puntato moltissimo sulla comunicazione, consapevole della sua importanza per far conoscere il Rotary ed essere tra la gente. Ecco perché ha voluto proseguire le trasmissioni Fucina di idee (vedere sito distretto), 14 puntate in questa seconda edizione, che hanno ottenuto 1.995.588 spettatori. E perché ha voluto curare molto i social, con reel costruiti appositamente da Federico Patti (presente con un video) per Instagram, post su FB e curando ex novo linkedin, grazie a Carmelita Ardizzone.
E infine la mattina congressuale si è conclusa con il sempre bravissimo e comunicativo Tommaso Ghidini Capo dipartimento di strutture, meccanismo, e materiale, della Agenzia Spaziale Europea (ESA) : il sogno, l’innovazione, la visione, poiché “lo spazio ti fa guardare oltre”
Perché ogni cambiamento reale nasce da una domanda: “cosa possiamo fare, insieme, per lasciare ai giovani un mondo migliore?”
Ghidini, addentrandosi nella sua materia, e coinvolgendo brillantemente la platea attraverso riflessioni ed esposizioni, è passato dallo spazio che fa parte della sua attività giornaliera, e che gli consente anche consapevolezza e introspezione, al nostro quotidiano.
Assistiamo, ha continuato Ghidini, a un progressivo impoverimento linguistico delle nuove generazioni dovuto all’uso massivo dei social; la perdita di vocaboli, di cui la nostra lingua è tanta ricca e che ha permesso nei secoli il fiorire di tanti capolavori letterari, si accompagna a una progressiva difficoltà a raccontare la parte più nascosta di noi stessi: i sentimenti e le emozioni; anche a livello del nostro cervello tutto ciò avrà ripercussioni importanti, contribuendo a rendere sempre più difficili le relazioni personali, l’ uscire dall’io per andare verso il noi.
Solo mettendo al centro il pensiero lento e dubitativo, riprendendo a leggere i classici fondamento della nostra cultura, potremo continuare a far fiorire la parte più intima di noi costruendo così relazioni.