Dell’etica delle professioni e del loro impatto nel Sociale, compreso naturalmente quello Ferrarese, ha parlato l’altra sera l’arcivescovo Gian Carlo Perego nel corso di un bell’interclub promosso dai Rotary Ferrara, Ferrara est, Copparo e Comacchio-Codigoro-Terre Pomposiane. Il capo della diocesi ha esordito accomunando il concetto di etica a quello della virtù “autentico cardine per costruire uno stile all’interno delle professioni”. Da essa deriva la qualità della relazione e dell’azione.
Perego ha poi sottolineato la nascita di nuove professionalità o la loro trasformazione per effetto dei cambiamenti economici e sociali: il medico, l’architetto, l’insegnante o l’operatore del turismo, ha esemplificato, non sono più gli stessi né lo saranno. La stessa società ferrarese, ha ricordato, è diversa: la famiglia classica non è più “la sola”. E tutti abbisognano di attenzione. Gli anziani soli e\o non autosufficienti vengono aiutati da migliaia di badanti, spesso non italiane. Cala drammaticamente – ha osservato citando una fitta serie di dati – il numero dei nati, spesso appena un terzo rispetto ai morti. Dunque molti comuni della nostra provincia sono destinati al declino se non siamo in grado di fermare il fenomeno. La disoccupazione, intanto, “morde” e appare ulteriormente dolorosa fra i non giovani.
Quanto allo scenario internazionale, Perego non ha nascosto il carattere invasivo di taluni sistemi politici, in particolare orientali, che impongono regole familiari e non vanno troppo per il sottile sui fronti della giustizia sociale e della difesa dell’ambiente.
In tutto questo il ruolo delle professioni deve svolgersi facendo riferimento alla stella polare rappresentata dalla “persona al centro”; persona cui spetta “il primato sul mercato e sullo Stato”. In definitiva “l’etica deve guidare il cambiamento guardando il volto delle persone”.
Alberto Lazzarini