Lettera di Gennaio del Governatore Luciano Alfieri

 

Lettera mensile n. 7 – Gennaio  2023

                                                                                                   Mese dell’Azione professionale

 

Carissime amiche e amici,

 

ci sono elementi, come gli anni solari del nostro o di qualunque altro calendario, che passano uno dopo l’altro. Ci sono percorsi, come l’annata rotariana in corso, che arrivano al proprio giro di boa, guardando a un traguardo che sarà anche una nuova partenza, nella perfetta ciclicità di una ruota che gira. E ci sono aspetti, come la professionalità e l’etica, che invece non guardano al frenetico susseguirsi degli anni e delle stagioni, ma restano come stelle polari a guidare l’agire rotariano, o piuttosto come colonne portanti a sostenerlo e a reggerlo saldamente. Da otto anni a questa parte ce lo ricordiamo regolarmente durante le feste natalizie, dato che il Rotary International dedica il mese di Gennaio al tema dell’Azione professionale, ma chi conosce il Rotary sa bene quanto questo aspetto sia decisivo, nodale e costitutivo del nostro stesso sodalizio. Tanto che – in teoria – dovrebbe suonare quasi pleonastico ripeterlo.

 

Ma facciamolo comunque. Per dirla con le parole del nostro manuale di procedura, “i Rotariani si fanno promotori di elevati requisiti etici, che applicano a tutte le loro relazioni professionali, riconoscendo il valore di tutte le occupazioni utili e offrendo la loro competenza e capacità professionale per affrontare i bisogni e le problematiche sociali”. O per citare alcuni passaggi dello ‘scopo del Rotary’, ciò che abbiamo tutti e tutte preso l’impegno di fare è di applicare “principi morali nello svolgimento delle attività professionali e nei rapporti di lavoro”, ma anche “il riconoscimento dell’importanza e del valore di tutte le attività utili” e “il significato dell’occupazione di ogni Rotariano come opportunità di essere al servizio della società”. Non ci basta? Si legge, ancora, della “comprensione, buona volontà e pace tra i popoli mediante una rete internazionale di professionisti e imprenditori di entrambi i sessi, accomunati dall’ideale del servire”. Non voglio insistere ulteriormente su questo concetto – ancor più perché questa lettera è rivolta a professionisti rotariani – che è così ben espresso dai sintetici ed efficacissimi testi fondanti della nostra comunità globale.

 

E se da un lato mi pare autoevidente, in materia di professionalità, l’importanza di continuare a investire in noi stessi e nella nostra formazione, nel rendere disponibile la nostra competenza per aiutare gli altri e nello sviluppare delle iniziative per migliorare la società in cui viviamo, sul fronte dell’etica credo valga la pena di soffermarsi insieme un momento sulla celeberrima prova delle quattro domande.

 

Non so se vi è mai capitato di raccontarlo per la prima volta a una persona che non l’ha mai sentita nominare, oppure più semplicemente se avete condiviso con altri rotariani delle riflessioni sul significato delle singole parole che vengono citate nel test.

Non si tratta infatti solo di quello che si fa – che già di per sé è una grande sfida far rientrare appieno nei quattro quesiti – ma anche di tutto ciò che si dice o che si pensa, invitando a porre attenzione ai principi guida deontologici non solo nell’agire ma anche nell’interagire con gli altri, oltre che nell’introspezione con se stessi. Poi nelle domande ci sono parole semplici, ma proprio per questo potentissime: verità, giustizia, volontà, vantaggio per tutti. Ma più di ogni altra cosa il test stesso, fin da quando fu creato dal rotariano di Chicago Herbert Taylor nel 1932 come filosofia per orientare tutte le scelte nel salvataggio di un’azienda dalla bancarotta, non è da intendersi solo per il socio rotariano nell’ambito del suo agire all’interno del Club o per conto del Club, ma è una guida che dovrebbe essere rispettata in ogni aspetto della quotidianità, tanto familiare quanto professionale. Insomma, non certo cosa da poco. Scagli la prima pietra chi lo ha sempre e pienamente seguito.

 

Sul come trasformare proattivamente in azione quel valore professionale che a tutti noi è stato riconosciuto nel momento di ingresso nel Rotary, i consigli possono essere i più disparati. Fare volontariato per un progetto di service, condividere le proprie conoscenze attraverso il network distrettuale, usare i propri talenti e le proprie competenze per fare la differenza nella comunità, promuovere elevati standard etici sul proprio posto di lavoro, educare nuovi e attuali soci alla discussione sull’importanza della prova delle quattro domande, discutere sui dilemmi etici anche con esempi pratici e attività interattive, dare riconoscimento alle aziende e ai professionisti che dimostrano elevati standard, coinvolgere i giovani e fare loro da mentore. Esempi, peraltro, che non mi sono inventato nell’occasione dello scrivere questa lettera, ma che fanno parte (selezionati e leggermente parafrasati da me) del kit sull’Azione Professionale nella sua ultima edizione appena pubblicata.

 

Ancora un paio di brevi note e anche per questo mese mi taccio. Anzitutto, un breve ricordo dell’argomento che faceva da tema del mese di Gennaio fino a qualche anno fa, ossia la consapevolezza del Rotary e la sensibilizzazione al Rotary: parole diverse, forse con un significato più ampio, ma che di fatto rimandano sempre agli stessi concetti chiave di professionalità nel senso rotariano del termine, e che oggi ci vengono suggeriti in modo ancora più chiaro e diretto.

 

Poi due “in bocca al lupo”. Al DGD 2025-2026 Guido Giuseppe Abbate, recentemente designato, e alla DGE Fiorella Sgallari per l’Assemblea Internazionale alla quale parteciperà a Orlando all’inizio di questo mese per la sua formazione.

 

Infine un mio personale augurio per un 2023 sereno, in salute personale e rotariana, produttivo ed eticamente ineccepibile. Non è un caso, credo, che proprio nel mese in cui si fanno bilanci e si progetta l’attività lavorativa di un nuovo anno, il rimando forte che ci arriva dalla comunità rotariana globale e da oltre un secolo di storia sia all’agire, all’azione, non solo professionale ma anche deontologica. Non lo scopriamo quest’anno, ma è una riscoperta che si rafforza di anno in anno.

 

Nazareth, 1 Gennaio 2023

 

Luciano