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La lettera di novembre del Governatore Maestri
Cari Amici,
E’ giunto Novembre, un Novembre più cupo del solito, anche se non è mai stato un mese allegro. La pandemia ci ha di nuovo sconvolto ogni programma e, superati 35 incontri nei Club, per me molto costruttivi, amichevoli e anche divertenti, adesso di nuovo ripieghiamo per gli incontri in Zoom. Dobbiamo però ringraziare le tecnologie che ci consentono comunque di discutere sui nostri programmi, su come risolvere i nostri problemi, su come valorizzare le nostre risorse, su come rendere attrattivi i nostri Club, su come aumentare il senso di appartenenza al Rotary dei nostri soci, su come dialogare costruttivamente con le nuove generazioni. Quindi, per fortuna, non interrompiamo la nostra agenda ricca di impegni e impariamo a farlo con metodi nuovi, che in futuro ci aiuteranno a rendere più efficiente la nostra organizzazione, senza rinunciare comunque alla nostra convivialità e allo star bene insieme.
Novembre è anche il mese dedicato alla nostra Fondazione. Visto che siamo in un periodo in cui le nostre riflessioni sono tornate al centro delle nostre priorità, proviamo ad immaginare un Rotary senza la Fondazione.
Quando Archibald Klumph lanciò la Fondazione del Rotary international, alla Convention internazionale di Atlanta del 1917, si completò il progetto del Rotary, iniziato con la discussione fra i primi soci su di cosa aveva bisogno il mondo, proseguita su come sensibilizzare i governanti e la popolazione per migliorare la situazione e, da ultimo, passando all’azione con uno strumento che facilitava anche la realizzazione concreta di progetti.
Se non fosse nata la Fondazione quanti progetti in meno avremmo realizzato? Basti pensare alla Polio, ma anche alle migliaia di progetti, minori per fama ma straordinari per qualità, diffusione mondiale, quantità e impegno dei soci. Senza quei progetti anche il nostro senso di appartenenza al Rotary non sarebbe lo stesso.
Lo scopriamo in questi mesi in cui anche noi viviamo momenti difficili e subiamo un senso di insicurezza sulla nostra salute e sul nostro welfare che pensavamo ormai superato, ma la nostra reazione, supportata anche dalle sovvenzioni della Fondazione, ci ha aiutato a realizzare progetti importanti, migliorando l’attenzione della nostra comunità verso il Rotary. Negli anni in cui mi sono occupato direttamente delle attività delle Fondazione trovavo tanta diffidenza. Scoprii che la diffidenza aveva origine dalla scarsa conoscenza su come andava “usata”. Progetti internazionali coerenti con le linee di azione definite dal Rotary International, focalizzazione su interventi di medio/lungo termine a maggior impatto nelle comunità, negazione dei sussidi (non pesce da mangiare ma canna da pesca per poter pescare pesce tutti i giorni), borse di studio per migliorare le competenze dei giovani, attenzione alla pace del mondo, facilitando carriere di giovani che possano aiutare a sedare conflitti, aiuti nelle catastrofi e nelle epidemie a partire dalla Polio, realizzazione di centri operativi per la Polio utilizzati anche per altre epidemie, aiuti a chi, fra i soci, intenda servire da volontario le comunità più bisognose e tanto altro ancora non avremmo potuto citare con orgoglio rotariano se non ci fosse la nostra Fondazione.
In questo momento di grandi cambiamenti anche la Fondazione dovrà decidere nuove modalità operative, la mole di sovvenzioni richieste quest’anno dai club in misura quasi doppia rispetto agli anni precedenti impone nuove regole; è comunque molto positivo il fatto che la riorganizzazione sia conseguente allo sviluppo delle attività.
Quanto sopra ci è stato testimoniato direttamente dal Presidente Internazionale della Fondazione K. R. Ravindran, che a nome di tutti ringrazio in questa nostra lettera per la disponibilità che ha dimostrato a partecipare in diretta alla nostra riunione del seminario sulla Fondazione del 17 ottobre scorso. La Sua cortese partecipazione dimostra quanto la Fondazione è vicina a tutti noi.
Concludo che ognuno di noi dovrebbe essere un donatore diretto della Fondazione e non solo i nostri Club. Bastano pochi euro l’anno per diventare BENEFATTORI DELLA FONDAZIONE, bastano mille euro l’anno per avviare un percorso per diventare MAJOR DONOR, basta ricordarsi anche della Fondazione quando definiamo il nostro lascito testamentario. Questo è il momento per partire con questa azione da parte di ognuno di noi.
Un caro saluto a tutti e mi raccomando: cercate in tutti i modi di rimanere in salute! Spero di incontravi presto.
Adriano Maestri
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All’IDIR si parla di piani operativi e progetti di Club e Distretto
Anche l’Idir, Istituto di Informazione rotariana, nuovo importante appuntamento formativo del Distretto 2072, si terrà sabato 7 novembre con l’ormai collaudata formula mista: relatori “in presenza” e uditorio rotariano su piattaforma meeting Zoom. Ad ospitare il seminario sarà la struttura di Casa Spadoni, a Faenza. Collegamento su piattaforma Zoom dalle 9.15. ID riunione: 964 4297 8456 – Passcode: 560834.
Particolarmente ricco il programma dell’incontro (destinato a tutti i Soci, ma in particolare Presidenti e responsabili piani operativi e progetti di Club) messo a punto dal Governatore Adriano Maestri. Sarà lo stesso Governatore a moderare la tavola rotonda dedicata ai principali progetti distrettuali. Seguiranno slot di aggiornamento su importanti tematiche, dallo scambio giovani al Ryla e Rypen, dal Progetto Dante all’analisi sul questionario dedicato ai progetti di pubblico interesse, dalla violenza alle donne all’economia circolare.
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SEFR, l’impegno della Fondazione tra progetti e donazioni
La situazione sanitaria ha costretto il Rotary a tornare alla modalità Zoom per i propri incontri distrettuali. Così, sabato 17 ottobre, il SEFR, Seminario Fondazione Rotary, originariamente previsto in presenza alla Fiera di Forlì, si è tenuto in forma “mista”, con buona parte dei relatori a Forlì ed il resto dei partecipanti in collegamento via Zoom. Una numerosa presenza (oltre 150 soci) ha caratterizzato l’iniziativa, dimostrando il desiderio di partecipazione dei rotariani. Il Governatore Adriano Maestri ha aperto i lavori, dando subito la parola al PDG Angelo Andrisano, in attesa del collegamento internazionale con il Presidente della Fondazione Rotary K.R. Ravindran.
Andrisano ha aperto la sua relazione proiettando il filmato “Insieme contro il Covid”, che riassume gli interventi dei Distretti Rotary italiani: un viaggio, ad inizio pandemia, che ha toccato ospedali di tutta Italia per donare un’importante strumentazione sanitaria, costituita da un dispositivo di triage e di bio contenimento. Un’iniziativa che ha dimostrato il forte coordinamento dei 13 Distretti italiani, uniti in un progetto comune. Anche in futuro, ha sottolineato il PDG, si dovrà battere la strada di progetti condivisi, trovando le persone giuste che li realizzino. Attraverso i fondi del RI sono stati finanziati sei progetti distrettuali tramite il canale straordinario attivato dalla Fondazione, una risposta rapida ed efficace. Ne abbiamo tratto un insegnamento: è importante avere progetti pronti da presentare. L’altro aspetto interessante è il rapporto aperto tra il Rotary International e l’agenzia americana USAID, tema successivamente approfondito dal Governatore Maestri che, a conclusione dell’intervento di Andrisano e prima di passare la parola ad Alberto Azzolini, ha anche ribadito come sia determinante la collaborazione fra le annate, visto che molti progetti non si concludono nell’anno rotariano. Di qui l’esigenza del piano triennale.
Alberto Azzolini, Presidente della Sottocommissione per le sovvenzioni della Rotary Foundation, preciso ed esauriente come sempre ha fatto il punto sulle sovvenzioni realizzate, autorizzate, bocciate e sui possibili recuperi. Il valore totale dei service è in crescita esponenziale. Quest’anno il numero di District Grant era molto elevato e dunque sono stati trasformati alcuni grossi District in Global Grant. Alberto ha quindi posto l’accento sulla continuità e sullo scambio di progetti fra le due annate di Andrisano e Maestri: un’attività progettuale veramente intensa.
Il Governatore ha poi moderato e condotto la tavola rotonda con Paolo Ghiacci (Bologna), Gian Marco Ucci (Modena), Maria Teresa Bonanni (Valle del Savio), Tiziana Casadio (eclub Romagna), Andrea Rossi (Cesena) Camillo Rapparini (Ravenna Galla Placidia) che hanno illustrato i progetti dei loro club in area Covid.
Franco Venturi, Presidente distrettuale della Commissione per la Rotary Foundation, ha invece affrontato il tema delle donazioni alla Rotary Foundation, riassumendo le varie modalità con cui i soci possono contribuire alla Fondazione con una propria donazione. Venturi ha ribadito l’importanza della raccolta fondi e della regolarità con cui questi vengono gestiti. Viste le nuove regole, ha detto il PDG, dobbiamo organizzarci al meglio, anche attraverso l’unione di più Club. E’ necessario continuare a pensare in grande. Parlarne in questo momento particolare non deve apparire anacronistico: dobbiamo infatti sempre tener presente la mission del Rotary. La Fondazione non è l’agenzia delle entrate del Rotary, ha concluso Venturi, ricordando la validità di un modo in Italia poco conosciuto per donare, ma molto diffuso all’estero: la donazione con disposizione testamentarie.
Adriano Maestri ha subito dopo illustrato la collaborazione tra Rotary International e USAID, L’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale. Fondata nel 1961 su iniziativa del Presidente John Fitzgerald Kennedy, è un’agenzia governativa volta alla lotta alla povertà. A inizio pandemia l’Italia, ha spiegato il Governatore, era il Paese da aiutare, poi i fondi sono stati dirottati su altri Paesi. Attualmente, a disposizione dei Distretti italiani ci sono 300mila dollari, divisi in tre tranche, da spendere entro pochi mesi. Ogni tranche può accedere alla successiva solo quando è stata completata la precedente. In questi giorni i 13 Distretti stanno decidendo se utilizzare le prime due tranche per un progetto unico a livello nazionale.
Dopo il saluto del Governatore eletto Stefano Spagna Musso e del Governatore nominato Luciano Alfieri, Aida Morelli, Presidente della Sottocommissione per la convention internazionale di Taipei, ha infine illustrato come partecipare all’appuntamento rotariano più importante dell’anno. Un invito via video del rappresentante di Taipei in Italia, Andrea Lee, ha sottolineato la grande ospitalità del Paese che sarà sede della Convention.
Alfonso Toschi
04
L’intervento al SEFR del Presidente K.R. “Ravi” Ravindran
E’ stato un contributo di grande interesse e spessore quello di K.R. “Ravi” Ravindran, Presidente della Rotary Foundation e past Presidente internazionale, intervenuto via Zoom sabato 17 ottobre al SEFR, il Seminario Fondazione Rotary, del Distretto 2072.
“Nel febbraio 2018 – ha esordito “Ravi” – un gruppo di scienziati ha discusso quali malattie epidemiche meritassero la massima attenzione. Ebola era in cima alla lista, così come la Sars. Alla fine di due giorni di riunione, è stato posto l’accento sulla “malattia X”, un agente patogeno senza cure che, nato dagli animali, si sarebbe diffuso velocemente in tutto il mondo. Non era possibile conoscere il patogeno in questione, ma si sapeva che prima o poi sarebbe arrivato: restava solo da vedere come si sarebbe manifestato. La malattia è arrivata sotto forma di Covid 19 e presto i governi e i cittadini si sono trovati a combattere un nemico invisibile, con poche risorse. Al momento, oltre 40 milioni di persone sono state infettate ed oltre un milione sono morte, mentre l’equivalente di 400 milioni di posti di lavoro sono andati perduti in tutto il mondo e quest’anno la produzione globale rischia di diminuire del 5 per cento. Si prevede che le cose peggioreranno: sulla base di ricerche condotte in 84 paesi, si stima che il numero totale di contagiati salirà a 200 milioni entro la primavera 2021. A quel punto, un milione e 700mila persone saranno morte, mentre ben oltre il 90 per cento della popolazione mondiale sarà a rischio. Per questo trovare un vaccino è l’unica risposta. I leader mondiali dicono che un vaccino è imminente: questo può dare alla gente un’aspettativa irrealistica su quando il mondo potrà tornare alla normalità. Ma non illudetevi, subito dopo aver trovato il vaccino non ci sarà un finale holliwoodiano, in cui vivono tutti felici e contenti. La dolorosa verità è che la guarigione è molto lontana e non sarà facile. Per questo sarebbe stato meglio per il mondo intero se ci fosse stato, invece che competizione nella ricerca del vaccino, un impegno globale. In questo caso il Rotary, con le sue strutture e la sua esperienza, avrebbe avuto un ruolo importante.”
“Nonostante ciò – ha detto ancora il Presidente – la risposta della Rotary Foundation al Covid è stata rapida e di grande impatto. Abbiamo assegnato 210 Global Grant per un totale di 21 milioni di dollari in poche settimane. Attualmente abbiamo assegnato quasi 40 milioni di dollari alla lotta al Covid. Molti Grant sono stati realizzati e assegnati in pochi giorni: un lavoro strepitoso. Posso dire che la risposta filantropica per appiattire la curva del contagio è stata fenomenale in tutto il mondo. Ciò che colpisce non è solo l’entità (10,3 miliardi di dollari a livello globale), ma anche il modo con cui viene assegnato. Il Covid ha colpito anche il Rotary. Molti rotariani hanno perso il lavoro, molti sono stati sottoposti a tagli salariali, altri hanno visto ridurre i loro redditi. Molte aziende di rotariani hanno visto una contrazione degli affari e stanno lottando per resistere. Molti di noi hanno perso amici e parenti: il past Presidente Internazionale Luis Vicente Giay è morto un mese fa.”
“In questa situazione – ha aggiunto “Ravi” – sono in gioco i due fattori da cui dipendono maggiormente il Rotary e la Rotary Foundation. Mi riferisco da un lato all’affiliazione e dall’altro lato al contributo alla Fondazione, che possono soffrire entrambi. I rotariani non sono una razza normale, siamo dei visionari, un gruppo idealista che sogna in grande un mondo migliore. Allo stesso tempo siamo in grado di resistere a sfide a cui altri potrebbero soccombere. Nel 1919 l’adesione al Rotary, dopo la Spagnola e la guerra mondiale, aumentò del 19 per cento. Nel 1921, dopo la grande recessione, aumentò del 26 per cento. Nel 1957, dopo l’Asiatica, è aumentata del 3 per cento. Nel 2009, dopo la Suina, non è aumentata l’affiliazione, ma sono cresciute del 20 per cento le quote.”
“La leadership – ha proseguito Ravindran – conta di più nelle difficoltà. Durante le crisi i leader devono fare scelte difficili per fare sopravvivere le loro organizzazioni a breve e farle prosperare a lungo termine. La Fondazione ha destinato cinque milioni di dollari alle comunità italiane. Tramite USAID Rotary Covid 19 i 13 distretti italiani useranno le loro esperienza locale ed i loro contatti per lottare contro la pandemia. Una delle decisioni difficili è stata eliminare del 50 per cento il cash per i Global Grant, ma i Grant sono aumentati dell’80 per cento negli ultimi anni e i contributi del 10 per cento. Quindi, i versamenti annuali non tengono il passo con i GG. Quasi il 20 per cento dei nostri club non contribuisce al fondo annuale, cosa che è inaccettabile.”
“Grazie alla nostra esperienza in materia di polio – ha sottolineato Ravindran – siamo i più attrezzati per distribuire vaccini. Le nostre strutture sostengono oggi la lotta al Covid, come è successo in passato per epidemie di ebola, febbre gialla, aviaria. Facciamo la stessa cosa che facciamo da sempre, aggiungere le persone in difficoltà. Ma dobbiamo cambiare la metodologia e il modo come comunichiamo. Emergenze sanitarie pubbliche come il Covid possono tirare fuori il peggio, ma anche il meglio dalle persone. Ogni crisi ha i propri eroi: oggi gli operatori sanitari rischiano la vita loro e dei loro cari. Son loro oggi i nostri eroi.”
“Misureremo nei prossimi mesi – ha concluso “Ravi” – la nostra capacità di gestire le difficoltà. Sarà una sfida, ma vi ricordo che i virus non sono una novità. L’unico vantaggio è che, se arriverà, al prossimo virus risponderemo meglio. Anche il Rotary sarà meglio equipaggiato e preparato. Infatti, abbiamo già imparato molto e gestito meglio di tutte le altre associazioni di servizio la situazione di crisi. Comunque, anche questo passerà: abbiamo già vissuto crisi simili, lo faremo anche questa volta. Torneranno giorni migliori e ci incontreremo ancora.”
Alfonso Toschi
05
GIORNATA POLIO PLUS ROMAGNA CENTRO, CELEBRATA LA GIORNATA MONDIALE DELLA POLIO
Per celebrare la Giornata Mondiale della Polio il 24 ottobre si è svolto un interclub dell’Area Romagna Centro, promosso dal Rotary Club Forlì. Collegati sulla piattaforma Zoom i soci dei sette club, insieme a soci di altri club che hanno aderito, hanno seguito le relazioni dei medici soci del Club di Forlì, dottor Enrico Valletta, direttore dell’U.O. di Pediatria dell’Ospedale Morgagni-Pierantoni, e del dottor Claudio Cancellieri, già dirigente medico dell’U.O. di Malattie infettive. Introdotti dal presidente del Rotary Club Forlì, Massimo Amadio, sono intervenuti su “2020 anno del covid-19, ma la Polio e le altre malattie infettive diffusive?” e con dati, tabelle e slides hanno illustrato l’andamento delle vaccinazioni e delle cure relative alle malattie infettive che nel corso dei decenni hanno colpito le popolazioni di tutto il mondo, soprattutto bambini e persone fragili. In particolare, sono stati presentati i risultati della lotta alla poliomielite con la campagna internazionale “End Polio Now” e il progetto “Polio Plus” per i quali da numerosi anni il Rotary International e i vari club nel mondo si impegnano con donazioni, iniziative e service.
Con una massiccia campagna di vaccinazioni in diversi Paesi, il Rotary ha così aiutato a salvare milioni di vite, fra cui quelle di molti bambini, e ad eliminare quasi definitivamente la malattia. Anche l’Africa, infatti, lo scorso agosto è stata dichiarata polio free e attualmente focolai sono presenti in Afghanistan e Pakistan. «Non bisogna dimenticare le altre cause di morte, che statisticamente sono superiori a quelle provocate dal covid-19 che rischia di oscurare l’impegno per debellare altre malattie che ancora colpiscono l’umanità e specialmente i bambini», ha sottolineato il dottor Valletta, ricordando di che cosa, ancora oggi nel mondo, i bambini muoiono: difterite, diarrea, pertosse, tetano, meningite, morbillo, specie nei Paesi a basso reddito che non riescono a organizzare le vaccinazioni. Il dottor Cancellieri ha ricordato le malattie infettive che si sono succedute nel corso degli anni e la campagna del Rotary per l’eradicazione della polio che ha ricevuto anche il contributo della Fondazione Bill & Melinda Gates. Fra gli interventi vi è stato anche quello del dott. Salvatore Ricca Rosellini, past president del Rotary Club Forlì e promotore di iniziative nella Sottocommissione Polio Plus del Distretto 2072, autore del libro “Vincere la polio. La vera storia”, che ha proposto di continuare ad impegnarsi devolvendo a favore della campagna di eradicazione della polio anche il ricavato di conviviali del Club che non verranno svolte per le misure di contenimento del coronavirus. Nel corso dell’incontro sono state pure ricordate le origini italiane del progetto “Polio Plus” con l’impegno negli anni Ottanta dei soci Luciano Ravaglia del club di Forlì e Sergio Mulitsch di Palmenberg del club di Treviglio.
Alessandro Rondoni
06
END POLIO NOW, UN CALCIO ALLA MALATTIA
Cancellare la poliomielite dal mondo. L’obiettivo è vicinissimo e manca solo un ultimo sforzo. Con questo spirito i 13 Distretti Rotary italiani, Lega Serie B e Lega Pro con il patrocinio della Lega Serie A hanno promosso il 24 e 25 ottobre, nell’ambito delle celebrazioni per la giornata mondiale END POLIO NOW, la campagna ‘Scendiamo in campo insieme’, per sensibilizzare il calcio e i tifosi sul tema delle vaccinazioni e debellare totalmente la piaga della poliomielite. Il Rotary è impegnato nella lotta contro la polio da oltre 30 anni nel progetto guidato dalla Global Polio Eradication Initiative (GPEI), che comprende oltre al Rotary International, l’UNICEF, i Centri statunitensi per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Fondazione Bill & Melinda Gates e governi di tutto il mondo. L’obiettivo è stato quasi raggiunto, tanto che i casi di polio nel mondo sono stati ridotti del 99,9 per cento. Di strada ne è stata fatta dopo il primo progetto di vaccinazione dei bambini nelle Filippine targato 1979, a cui è seguita l’immunizzazione di oltre 2,5 miliardi di ragazzi in 122 Paesi con un contributo da parte del Rotary per oltre 1,8 miliardi di dollari.
Per il quinto turno della Serie BKT è stata proiettato sui led a bordocampo la scritta End Polio Now -World Polio Day; lo stesso slogan apparsa anche sui banner posizionati in campo prima dell’inizio delle gare della settima giornata della Serie C. All’interno del nostro Distretto ciò è avvenuto sui campi di serie B di Ferrara e Reggio Emilia e sui campi di serie C di Carpi e Imola.
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LA NOSTRA STORIA / Il Rotary club Bologna: da Marconi al futuro
“Oggi, 14 giugno 1926, Guglielmo Marconi è stato ricevuto all’ Archiginnasio, dal Rettore dell’Università e dal corpo accademico. Il suo ingresso nell’Aula Magna è stato preceduto dal corteo in stile rinascimentale dei professori in toga d’ermellino, e accolto da applausi entusiastici. Lo scienziato si è rivolto all’uditorio con grande commozione, parlando a braccio della propria attività di ricerca. Solo qualche settimana prima, la turrita accoglieva un piccolo manipolo di uomini di spicco bolognesi, che si sono riuniti per creare un nuovo Rotary Club locale. Ci sono anche alcune personalità milanesi, che devono capire se davvero ci sono intenzioni concrete”.
Il 5 marzo 1927, neppure un anno dopo, all’Hotel Bologna Majestic nasce il Rotary Club Bologna, a conferma della concretezza della riunione del 1926. La cerimonia avviene alla presenza del Cavalier Leopoldo Pirelli del Rotary Club Milano, padrino del nuovo club. Nel suo discorso parla di uomini rappresentativi e persone che meritano fiducia, che possono mettere a disposizione degli altri la propria specializzazione stabilendo una cooperazione amichevole.
La cerimonia viene seguita da molte signore, ma nessuno pensa neppure lontanamente che un giorno potranno essere loro stesse socie del sodalizio. Vengono assegnate le cariche. Il presidente è il Grande Ufficiale avvocato Frank de Morsier, tra i fondatori della Società Anonima Cooperativa Aemilia Ars impegnata per migliorare i prodotti dell’industria artistica e l’impegno nelle città emiliane e romagnole a favore degli artisti. Con lui nel club ci sono altri nomi prestigiosi, come il professor Alessandro Ghigi, il conte Gualtiero Isolani, Guido Sonino, imprenditore e membro della comunità israelitica.
Rendersi utili, è l’imperativo dei primi anni del Rotary Club Bologna, che si dedica al sostegno delle grandi opere. Il Re diventa addirittura presidente onorario del Rotary e membri della Casa reale entrano nel sodalizio. Siamo già nel 1929, Bologna si muove verso il futuro, il Bologna FC conquista lo scudetto, al cinema Savoia proiettano il primo film sonoro. Apre il bar Zanarini ma due brutte notizie scuotono la città; esplode la polveriera di Marano, che provoca 28 morti e crolla la cupola del Sacro Cuore in via Matteotti.
Nel 1933 il Rotary Club Bologna è orgoglioso di annoverare tra i propri soci il grande scienziato Guglielmo Marconi, Nobel della fisica nel 1909, che con il suo straordinario lavoro ha messo in pratica l’ideale rotariano di servizio all’umanità. Il 5 maggio 1934, in occasione dell’inaugurazione a Bologna della Mostra della Radio Industria, Guglielmo Marconi è presente alla serata del Rotary Club Bologna, alla quale partecipano numerosi rotariani e le autorità cittadine.
II presidente Cristiano Gualandi rivolge un saluto colmo di riconoscenza allo scienziato e alla consorte, per la loro presenza. “Mi è molto grato appartenere al Rotary Club Bologna”, sottolinea Marconi, proseguendo con i ringraziamenti per l’accoglienza e scrivendo una pagina di storia per il club.
Sono gli anni che precedono la guerra. Poi la tragedia del conflitto mondiale e la rinascita nell’Italia repubblicana che culmina nelle grandi trasformazioni degli anni Sessanta. Sono anni di grandi soddisfazioni. Il Rotary Club Bologna spazia tra service e contatti con l’estero: con Oxford che porta alla partecipazione di due giovani al campo internazionale della Gioventù e con la Germania, che accoglierà figli di rotariani in viaggio. Nel 1962 l’imperativo diventa quello di coinvolgere i giovani, così nasce l’Interact. Il presidente è Giacomo Gravano che poi diventerà Governatore del Distretto nel 1970-71. Lo era stato nell’annata 1959-60 Sergio Stoppato, lo saranno successivamente Renato Pasquali (1985-86), Edile Belelli (1991-92) e, dopo la nascita del Distretto 2072, Angelo Andrisano nell’annata 2019-2020. Il 1965 segna il gemellaggio tra il Rotary Club Bologna e quello di Perth. E’ Giacomo Cirri a gestire il quarantesimo del club del 1967. La cena di gala si svolge nel salone del Podestà Service importanti si susseguono negli anni, facendo di RC Bologna un club da record.
Si arriva ai festeggiamenti dei 70 anni del club e il presidente Franco Casali vara tre significativi progetti: il progetto Spero (verifica di programmi didattici per i disabili), il QUAB (qualità ambiente urbano a Bologna) e lo Scialle (stampa e cultura per gli italiani all’estero). La storia di Bologna continua ad intrecciarsi con la vita del Club. Il Rotary Bologna prosegue con sensibilità e azione, tra service sul territorio e nel mondo, tra riconoscimenti importanti e iniziative di ampio respiro.
Nel 2017 giunge il novantesimo anniversario che viene celebrato, tra l’altro, con un concerto del Maestro Nicola Piovani (il cui ricavato viene devoluto a favore dell’Ant) e con una preziosa pubblicazione curata dal compianto Fabio Raffaelli, già Presidente del Club, con la collaborazione di Francesco Piazzi. Il Presidente internazionale John Germ scrive al Presidente del Club, Giovanni Tamburini: “Sin dalla fondazione del Vostro Club, vi siete impegnati non solo a rappresentare il Rotary nella vostra comunità ma anche a fare del bene nel mondo e a servire al di sopra di ogni interesse personale”. Il centenario arriverà nel 2027 e chissà in quale scenario nazionale e mondiale lo storico Rotary Club Bologna potrà celebrare un anniversario così importante. Le fondamenta sono solide e sperimentate nel tempo: quindi il Club è pronto a cimentarsi con le sfide future.
Maria Grazia Palmieri
08
Presentato all’assemblea Rotaract il progetto “Low Alcohol – Bere Naturale”
Nel corso della II Assemblea Distrettuale Rotaract, tenutasi presso il Villaggio della Salute Più di Monterenzio (BO), Nicola Fabbri, presidente della Sottocommissione per l’immagine pubblica e il brand del Rotary e socio del Rotary Club Bologna, nonché Presidente di Fabbri 1905, ha presentato il progetto “Low Alcohol – Bere naturale”. Oltre ad essere impegnata nel mondo dolciario, la Fabbri 1905 è inserita all’interno del settore del beverage, pertanto è molto sensibile alla piaga del consumo eccessivo di alcol tra i giovani, problema in aumento in tutto il mondo e accentuato dal clima creato dal Covid-19.
Il service ha cominciato a muovere i primi passi durante lo scorso inverno, dopo un incontro tra Nicola Fabbri e Mario Pantano, rotariano del club Bologna Valle dell’Idice, e vuole essere destinato principalmente ai giovani in età adolescenziale, con lo scopo di promuovere un nuovo stile di vita più sano, in cui il bere torni ad essere un modo per arricchire le serate senza annullarle. Tenendo conto del target, sono stati coinvolti nel progetto anche alcuni presidenti e soci Rotaract, tra cui Carlotta Sofia Carniato (Rotaract Club Bologna), Luca Ferrarini, Rachele Ravasi e Giulio Roscigno (Rotaract Club Bologna Valle dell’Idice), Lisa Pitrelli (Rotaract Club Faenza), in modo tale che il Rotaract stesso sia ambasciatore di questa nuova cultura del bere tra le generazioni più giovani.
Questo progetto, in conclusione, non vuole in alcun modo imporre un nuovo proibizionismo: anzi, si fonda su una metodologia completamente opposta, basata sull’educazione al consumo consapevole, che vedrà il coinvolgimento dell’A.I.B.E.S. – l’Associazione Italiana Barmen e Sostenitori, che conta in Italia tra i 2000 ed i 2500 iscritti -, di esponenti del mondo della pasticceria, come Gino Fabbri, e, in qualità di testimonial, di personaggi del mondo dello spettacolo che possano essere presi come esempio dai ragazzi.
Lisa Pitrelli
09
Gli Alumni del Rotary incontrano il Bologna Est
L’adattamento del Rotary International al mondo e ai suoi mutamenti è continuo e tanto forte che possiamo ben dire che se tutte le nostre istituzioni, pubbliche e private, avessero la stessa tensione verso la concretezza e il divenire, l’Italia avrebbe da guadagnare. Arrivano in porto con gradualità ma con fermezza, modifiche che adottano le innovazioni introdotte dal Presidente Internazionale Barry Rassin già nel 2018-2019 e che sono state presentate nella Convention di Amburgo. Viene a realizzarsi un completo ribaltamento del punto di vista: dalla centralità del Rotary Club come luogo esclusivo dell’azione rotariana a un sistema plurale e aperto che vede attori diversi, sganciati da qualsiasi relazione gerarchica, liberi di operare all’interno della società.
Il Rotary Club non fa più riferimento a un unico modello da valere, orgogliosamente fiero della propria specificità, sotto tutte le latitudini, ma si apre a prospettive e soluzioni differenti alla ricerca della più completa interazione con la società.
I valori del Rotary International sono a disposizione di una gamma articolata di soggetti che li perseguono seguendo un’ampia libertà di forme organizzative. Conservare nel tempo i propri valori non equivale a schivare le novità, ma nel calarli hic et nunc nel presente in modo che essi continuino a vivere e dare frutti.
Parliamo ora, tra le altre, di due novità una oggettiva e una soggettiva per il nostro Distretto. Quella oggettiva e che viene a rompersi il tradizionale rapporto di patronage tra Rotary Club e il Rotaract sorto a sua iniziativa. Il fatto che il Rotaract raccolga soci di un limitata escursione di età nulla toglie alla qualità personale dei soci nè impone paragoni o confronti, sono due realtà che non si collocano gerarchicamente, ma rappresentano due insiemi che operano nello stesso mercato di valori. I valori e le vie d’azione del Rotary International vanno vissuti dai diversi Club in modo autonomo ma ricercando e apprezzando sinergie e scambi.
La novità soggettiva per il nostro Distretto 2072 è la nascita al suo interno del primo Club Alumni: dopo un percorso di qualche anno in cui la Commissione Distrettuale Alumni ha operato in questo intento, nell’annata 2019/20 sotto la attiva e energica presidenza di Fiorella Sgallari si è completata l’opera e il 2072 è il terzo distretto Italiano ad avere un Club Alumni che come i vari Rotary Club e Rotaract Club percorre le stesse strade e vivifica la società in cui opera. Gli Alumni, a differenza dei soci del Rotaract, non hanno limiti di età, ma sono caratterizzati dalla scelta di operare in modo più libero rispetto agli impegni che richiede l’affiliazione ad un Club Rotary o Rotaract operando in modo più estemporaneo. Per gli Alumni è uguale la tensione verso i valori costitutivi del movimento e l’agire entro le vie d’azione, ma gli impegni personali sono meno stringenti.
Si vuole dare una casa rotariana a chi non potrebbe farsi carico della continuità dell’impegno richiesto ai soci per ragioni diverse e così il Rotary international ha pensato di non disperdere le energie di coloro che vuoi per lavorare spesso fuori sede o per ragioni familiari o altro, non possono far parte con continuità di una realtà operativa come il Rotary Club o il Rotaract, ma si sentono rotariani e vogliono vivere come tali.
In una riunione conviviale, Fiorella Sgallari e la neopresidente del Club Alumni, Chiara Bernardi, accompagnate da alcuni soci, hanno presenziato alla nostra riunione presentando la loro associazione. Il Bologna Est, sotto la Presidenza di Luigi Steffanon è stato il primo dei Club del Distretto a ospitare gli Alumni, avviando una collaborazione che speriamo continui e dia i suoi frutti attraverso una relazione proficua e sincera.
Mario Zito Rotary Club Bologna Est
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Il Gruppo Felsineo si allea con Camst e Caritas contro le nuove povertà
Il Rotary Gruppo Felsineo, che raggruppa tutti e 10 i Club Rotary dell’area metropolitana bolognese, ha deciso di contribuire a fronteggiare l’emergenza sociale con un progetto concreto di solidarietà rivolto a nuclei familiari resi vulnerabili a causa delle conseguenze economiche della pandemia. Nuove povertà che vedono persone in difficoltà anche dal punto di vista alimentare, le quali verranno sostenute con la distribuzione di box contenenti generi di prima necessità. L’aiuto del Rotary alle famiglie in difficoltà prevede al distribuzione ogni 15 giorni dei pacchi alimentari per circa 6 mesi. Sono stati pensati due tipi di box: uno per famiglie senza bambini e uno speciale per famiglie con bambini piccoli, per un totale di 1.688 box. Per questa causa, il Rotary ha stanziato già 40.000 euro, ma si sta seriamente adoperando per riuscire a replicarlo nel caso in cui l’emergenza sociale non dovesse rientrare. A settembre sono stati consegnati 146 box adulti e 28 box a famiglie con bambini piccoli e in questi giorni sarà effettuata la terza consegna, che comprende 48 box adulti e 48 box bambini.
Dall’inizio dello scorso giugno il Gruppo Rotary Felsineo ha deciso di concentrare la propria azione per alleviare l’emergenza sociale che la pandemia ha provocato anche a Bologna. E’ nato così il grande progetto di solidarietà dei box food, contenenti generi alimentari di prima necessità, rivolto a nuclei familiari resi vulnerabili a causa delle conseguenze economiche della pandemia. Il partner scelto è Camst che ha dimostrato grande sensibilità e competenza e ha contribuito fattivamente al service rinunciando all’utile di impresa e facendo in modo che tutti i produttori dei beni di prima necessità contenuti nei box sostenessero il progetto. “La vicinanza al territorio e l’impegno solidale – dichiara Francesco Malaguti, Presidente di Camst – fanno parte del Dna di Camst. Ancora di più in questi mesi complicati non dobbiamo dimenticarci di chi ha bisogno: in questo senso la nostra collaborazione con il Rotary Gruppo Felsineo ha trovato una naturale collocazione nella lotta al contrasto delle nuove povertà che l’emergenza sanitaria ancora in corso sta contribuendo a far aumentare”. La Caritas Diocesana di Bologna ha avuto il compito di individuare 100 nuclei familiari divenuti vulnerabili destinatari del progetto e di provvedere alla distribuzione dei box alimentari. Commenta con queste parole la Caritas: “Con la realizzazione di un magazzino di scorta alimentare creato in seguito all’aumento delle richieste, dopo le prime settimane di emergenza sanitaria, stiamo distribuendo i 100 pacchi alle nuove famiglie che si sono rivolte alle Caritas parrocchiali di due zone in particolare, che sono tra le più critiche della nostra città: la zona San Donato e la zona Pilastro. A queste si aggiungono alcune nuove parrocchie che prima facevano distribuzione in piccole quantità e ad oggi si sono visti quasi raddoppiare le richieste. In tutto a oggi sono già state aiutate le famiglie di sette comunità parrocchiali”.
Nella foto, da sinistra: Marcello Magliozzi ( Caritas) Natalia d’ Errico ( Rotary) Francesco Malaguti ( Camst) Giordano Bianconi ( Rotary)
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Appuntamento a Taipei
In occasione del SEFR (Seminario Fondazione Rotary) che si è tenuto Sabato 17 ottobre a Forlì, la Sottocommissione Distrettuale per la Convention Internazionale di Taipei ha presentato le modalità di partecipazione, illustrando tempi e costi. Abbiamo preparato due pacchetti di visita, uno breve ed uno più lungo in modo che si possa approfittare dell’evento rotariano anche per fare una esperienza di viaggio. A breve riceverete lo stesso materiale attraverso la segreteria distrettuale per organizzarvi e partecipare. Abbiamo proiettato il video con l’invito rivoltoci direttamente dal Rappresentante di Taipei in Italia, Andrea S.Y. Lee, incontrato il 4 settembre a Roma presso il suo l’Ufficio. Quando saremo a Taipei per la Convention dal 12 al 16 Giugno 2021, scopriremo che l’energia della città è inesauribile. Ma se sentiremo il bisogno di fermarci, potremo goderci i due modi migliori per fare una pausa a Taipei: il bubble tea. Il bubble tea è nato qui (altrimenti noto come boba), un delizioso mix di latte, tè e gustose “perle” (che sono biglie di tapioca) che passano attraverso una cannuccia molto larga. Guardate il video promozionale della Convention! Vedrete che anche Holger Knaack, il Presidente Internazionale, è stato ripreso mentre beve divertito. Vogliamo provarlo anche noi. Andiamo tutti a Taipei per la Convention e per il boba!
Aida Morelli