Carissime Amiche, Carissimi Amici,
il mese di dicembre è dedicato alla prevenzione e alla cura delle malattie, una dedica di grande coinvolgimento, perché la prevenzione delle malattie non comporta esclusivamente modalità operative strettamente sanitarie (vaccinazioni, screening, ecc.) ma deve necessariamente tener conto di quel terreno così importante nelle relazioni umane che è l’educazione.
Da subito ci balzano alla mente importanti iniziative rotariane in vari settori strategici oltre all’impegno profuso per la campagna contro la poliomielite: la fornitura di acqua potabile, l’igiene quotidiana, le infrastrutture di servizi essenziali nelle città e nelle campagne, l’alimentazione, gli stili di vita. Tutti contesti dove, non solo, l’attività sanitaria o tecnica sono utili ma assieme alla relazione educativa diventano vincenti.
Il Rotary, soprattutto mediante la Rotary Foundation, agisce efficacemente in tutti questi ambiti, non solo all’estero, ma anche nelle nostre comunità attraverso i vostri progetti, pienamente inseriti nel tessuto sociale come, ad esempio, le iniziative che sono state portate all’attenzione dei Presidenti di Club durante lo svolgimento del SEGS (SEminario per la Gestione delle Sovvenzioni) per l’annata 2016-2017 lo scorso 21 novembre a Bologna, e di cui potrete prendere conoscenza andando sul sito del Distretto 2072 alla voce:
eventi Distrettuali->SEGS->Documentazione.
E’ ormai assodato il fatto che l’educazione alle buone pratiche, l’educazione alla salute, l’eliminazione delle disuguaglianze, costituiscano quel complesso di azioni che maggiormente incidono sulla durata e la qualità della vita. Non è dunque un caso che il Rotary
agisca in tutto il mondo ad ampio spettro, contribuendo al raggiungimento d’importanti
risultati.
Le ultime iniziative interdistrettuali come la Maratona a favore della campagna antiPolio, le iniziative dei Club come la “ride spinning” per la raccolta di fondi oppure il sostegno all’iniziativa nazionale con il Ministero della Salute e la Croce Rossa nell’ambito della campagna anti HPV, ne sono la testimonianza.
Tuttavia vorrei segnalarvi un altro tipo di malattia di cui oggi tutto il mondo contemporaneo sembra sempre più colpito. Si tratta di ciò che Kierkegaard chiama “La malattia mortale”, una malattia che colpisce sempre più l’uomo moderno ed è la malattia dell’Io che si manifesta come angoscia e disperazione, è la malattia di chi smarrisce il senso dell’esistenza, è la malattia che intacca il senso di identità nel suo aspetto più profondo.
Una malattia che colpisce l’Io quando cessa di considerarsi bisognoso del rapporto con gli altri, quando pensa di considerarsi totalmente autosufficiente, quando la propria visione vuole essere dominante.
Non è un caso che Paul Harris quando narra la storia del nostro sodalizio ne “Il Fondatore del Rotary” (1928), narra la storia di un’amicizia: “…il pensiero prevalente consisteva nel dare, non nel ricevere. Il dare si conciliava maggiormente con quel che ne conseguiva: l’amicizia”. La mancanza di questa sensibilità, ricerca e propensione fa dire allo stesso Paul Harris che lo spirito del Rotary “…può essere definito egocentrico”.
Dicembre è anche il mese che ci fa riflettere più di ogni altro su questa malattia e sulla cura, infatti noi tutti, credenti e non, aspiriamo a rapporti umani improntati al reciproco rispetto e aiuto, abbiamo l’esigenza di un mondo che sia accogliente per le nuove generazioni e
tollerante con le diversità di cui ognuno di noi è portatore, che possa soddisfare le esigenze spirituali e morali di ciascuno, che offra le opportunità più ampie alla creatività e all’ingegno, che sia il terreno di amicizie vere e che consenta l’azione umanitaria verso chi si trova in drammatiche difficoltà…
Un mondo utopistico? No, semplicemente è ciò che si trova nelle attese di chi rinuncia a un Io ipertrofico per uno sguardo più ragionevole verso la realtà.
D’altra parte Cesare Pavese, ne “Il mestiere di vivere” ci ricordava: “…qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?”.
Tra non molto sarà Natale, il tempo dell’attesa, l’attesa di un incontro con un Fatto che possa provocare la libertà dell’uomo, la quale quando persegue la pura affermazione di sé non può che sfociare in violenza angosciata e disperata. Ma, se la libertà asseconda quell’esigenza primaria di bene e di bellezza che risiede in ciascuno di noi, genera un percorso positivo inarrestabile.
Carissime Amiche e Carissimi Amici,
la risposta ad un’attesa che si compie, non può che essere una decisione forte di passare all’azione, noi abbiamo trovato nel Rotary un ambito che permea la nostra vita professionale in modo tale che ci fornisce tutti gli strumenti che possiamo desiderare: il Club cui apparteniamo, l’amicizia che ne è il sostrato necessario e indispensabile, la progettualità comune, le iniziative a favore della Comunità locale, i grandi progetti internazionali per la pace e per combattere povertà e malattie…
L’ambito rotariano (lo stesso Paul Harris lo chiamerà nel 1928 “movimento di grandi dimensioni”) sarà efficace soprattutto per noi, se ci coinvolgeremo per quanto sarà possibile, se fruiremo insieme delle grandi possibilità che offre perché possiamo immunizzarci contro la “Malattia mortale” e continuare ad essere un Dono per il Mondo.
Yours in Rotary.
Paolo