Autore: Leonardo Giardina
Riguardo allo stanziamento di fondi da destinare ai services internazionali i rotariani italiani hanno da sempre manifestato forti perplessità invocando il fatto che, essendo povertà e disagi presenti in misura notevole anche nel nostro Paese, non solo è più giusto aiutare i nostri indigenti ma è anche sicuramente più facile controllare il corretto uso di tali cifre se impiegate nel nostro territorio piuttosto che inviarle in terre lontane spesso sconvolte da guerre civili o/e da feroci dittature.
In realtà l’azione sul territorio non può essere sostitutiva di quella internazionale dato che entrambe sono l’espressione concreta della vocazione umanitaria del Rotary Internazional.
Tutto ciò è accaduto ovviamente anche nel mio Club, il Bologna Sud, i cui Soci furono da me convinti a realizzare services umanitari internazionali, come prescrive il Rotary International, solo impegnandomi personalmente a verificare la correttezza dell’intervento e la sua effettiva utilità recandomi a mie spese nei luoghi del service, il che ho fatto ininterrottamente a partire dal 1995.
E da allora il benemerito amico e consocio Romano Nanetti ha voluto offrire generosamente e puntualmente tutte le targhe che ho affisso in Africa, Asia ed Europa a ricordo dei nostri interventi.
In quasi tutte queste esperienze si trattava di nazioni che già conoscevo per averle visitate come viaggiatore, ma il tornarci vivendo la quotidianità con i suoi abitanti mi ha permesso di meglio comprendere i problemi e le tematiche di vita di quelle popolazioni e quindi di poter esprimere un giudizio motivato sull’effettiva utilità del nostro intervento umanitario.
A mio avviso, infine, un progetto umanitario deve possedere due requisiti fondamentali: 1) un ampio respiro e, quindi, non trattarsi di un intervento episodico con i limitati caratteri della beneficenza; 2)l’iniziativa da appoggiare e realizzare non riguardi nazioni economicamente prospere.
Con questa succinta memoria, che non vuole essere auto celebrativa, spero di stimolare altri rotariani a partire, comunque a proprie spese per non decurtare le in genere già scarse risorse dedicate ai services internazionali e con il duplice scopo di assicurarsi che i nostri interventi abbiano ottenuto gli scopi prefissi e, se medici, di mettersi a disposizione di quelle comunità a seconda delle proprie competenze.
Un sincero ringraziamento al Governatore Giuseppe Castagnoli, al Segretario distrettuale Paolo Malpezzi e a Gianluigi Poggi che hanno collaborato alla pubblicazione del volume.