La Biblioteca Maldotti di Guastalla nata per volontà del sacerdote guastallese Marco Antonio Maldotti, che nel suo testamento del 1791 lasciava ai propri concittadini un patrimonio librario di quasi 5.000 volumi, iniziava la sua esistenza alla morte del donatore, avvenuta il 14 agosto 1801. Questo primitivo fondo, che ben testimonia gli interessi e gli studi del Maldotti in svariate discipline – dalla filosofia alla matematica, dalla giurisprudenza alla geografia, all’astronomia, nonché alla patristica e alla poesia – si arricchì via via con le librerie degli ordini religiosi soppressi già presenti a Guastalla, con acquisti e donazioni, fino a giungere ai circa 100.000 volumi attuali.
Una ventina di incunaboli, oltre millecinquecento cinquecentine, edizioni di pregio dei secoli successivi, nonché un ricco fondo moderno di opere relative in particolare alla storia dell’arte e a quella del territorio, sono quanto la Biblioteca Maldotti offre oggi agli studiosi nell’imponente palazzo in via Garibaldi a Guastalla, sua sede dalla metà dell’Ottocento. Esso racchiude, oltre alla Biblioteca, una ricca e pregevole quadreria, importanti raccolte di stampe, gride, monete, medaglie, erbari, fotografie, manifesti, tesi di laurea e conserva importanti archivi.
Il più noto e consultato tra questi è il Fondo Gonzaga che raccoglie documenti della famiglia che dominò Guastalla dal 1539 al 1746. Di grande interesse sono anche i fondi Davolio-Marani, Cani, Galvani, Provenienze varie. Ai suddetti fondi, riordinati nel 1934 dal prof. Aldo Cerlini, sono dedicati i volumi LXIII e LXIV dell’opera Inventari dei manoscritti delle Biblioteche d’Italia, diretta da Albano Sorbelli, pubblicati dall’editore Olschki di Firenze nel 1937. Altri fondi provenienti da famiglie private, l’Archivio Storico del Comune e l’Archivio delle Opere Pie completano il ricco patrimonio documentario. In anni recenti la Biblioteca Maldotti ha dato vita a un Circolo Fotografico e a un Circolo Musicale che organizzano periodicamente mostre e serate che si affiancano a quelle di vario argomento proposte dalla Biblioteca.
Con cadenza pressoché annuale, la Maldotti promuove la pubblicazione di opere legate alla storia e ai beni artistici del territorio.
Il 10 febbraio, giorno del Ricordo, grazie all’intervento di Corrado Vecchi Orlich, il RC Brescello Tre Valli ha ripercorso il triste e drammatico epilogo della presenza italiana in Dalmazia che si era sedimentata nella zona sin dal tempo dell’impero romano e successivamente on la Repubblica Veneta, che hanno lasciato sul territorio tracce indelebili nonostante la volontà dei nuovi occupanti di riscrivere e riconvertire la storia. Drammatico poi l’epilogo con l’esodo “forzato” di migliaia di Italiani spinti a lasciare la terra dove vivevano da secoli con minacce e pulizie etniche (circa 12000 i morti). Molti di essi sono poi emigrati nel mondo, altri si sono, con grande difficoltà ricollocati sul territorio nazionale. Corrado Vecchi Orlich, di antica famiglia dalmata, ha delineato un quadro preciso e drammatico che spesso è stato “dimenticato” o disconosciuto.