La proposta dell’Arch. Anton Luca Nannini è stata proclamata vincitrice della quarta edizione del Concorso Abitare Rimini e dedicata a Palazzo Lettimi. Come tradizione, il concorso per idee si è concentrato su una zona della città, in questo caso un edificio storico del centro ed ha avuto per titolo Il Lettimi: un palazzo, una città.
Abitare Rimini è promosso dal Rotary Club Rimini Riviera con il patrocinio del Comune di Rimini, dell’Ordine degli Ingegneri e quello degli Architetti.
La proposta dell’Architetto Anton Luca Nannini propone un edificio che si figura come una teca di vetro che avvolge le rovine e le amplifica, variando il rapporto tra involucro e intorno, ribaltando la percezione della luce e dell’idea del riparo da essa; un’architettura che si pone come narrazione dell’accrescimento urbano, che esprime l’evoluzione nel suo contesto e al contempo si annuncia molteplice e continua.
“L’intervento sull’area di Palazzo Lettimi – piega l’Arch. Nannini – è volto all’analisi ed al riconoscimento dei segni e delle rovine presenti nel luogo, a queste si inserisce il disegno simulato del sedime del teatro romano che, dissotterrato, potrebbe svelare le fondazioni del proscenio. Questi elementi concorrono alla definizione del progetto sia negli aspetti materici, componendo le forme del nuovo edificio, sia in maniera evocativa dell’idea fondante lo stesso progetto ovvero il recupero delle stratigrafie di cui il luogo stesso è accumulatore”.
A giudicare le proposte ammesse, una giuria* presieduta dall’Arch. Massimo Mori (Rotary Rimini Riviera) e composta da rappresentanti della Soprintendenza per i beni archeologici dell’Emilia Romagna, del Comune di Rimini, degli ordini professionali oltre a Soci del R.C. Rimini Riviera.
I progetti finalisti di Abitare Rimini sono esposti al Museo Tonini nell’ambito della Biennale del Disegno e oggi, nel corso della premiazione, si è esibito un gruppo di studenti dell’Istituto Musicale Lettimi.
In questa edizione il Rotary Rimini Riviera ha proposto ai concorrenti di concentrarsi su un ‘vuoto urbano’, un tempo occupato dallo storico Palazzo Maschi–Marcheselli-Lettimi distrutto durante e dopo i bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale.