La sfida degli ingegneri di domani nel circuito di Varano de’ Melegari
Oltre 70 Team universitari provenienti da 19 diverse nazioni, per un totale di 2000 giovani studenti di ingegneria. Per tre giorni il circuito automobilistico di Varano de’ Melegari (Parma) è diventato una grande fucina di passione e professionalità, mettendo a confronto i prototipi realizzati dai team universitari di mezzo mondo. E’ in questo contesto che si è svolta la visita del governatore distrettuale del Rotary 2072 Ferdinando del Sante, accompagnato dal professor Roberto Ravazzoni (docente di Analisi strategica per il posizionamento competitivo e di Marketing distributivo all’Università di Modena e Reggio). Cicerone speciale della giornata l’ingegner Gian Paolo Dallara che ha affiancato l’Associazione Tecnica dell’Automobile (ATA), nell’organizzazione della decima edizione della Formula SAE Italy & Formula Electric Italy presso l’Autodromo “Riccardo Paletti” di Varano de’ Melegari.
Una vera palestra di idee e progetti con 2000 laureandi e neolaureati in ingegneria che hanno presentato i loro progetti a giurie composte da massimi esperti del mondo racing ed automotive, tra i quali lo stesso Dallara, Aldo Costa ed Enrique Scalabroni. Uno scenario ideale anche per anticipare l’avvio del progetto rotariano voluto dal governatore Del Sante legato all’imprenditoria giovanile. Un progetto di sostegno e promozione di start up innovative che verrà lanciato pubblicamente il prossimo 20 settembre. “Qui si respira entusiasmo _ ha commentato il governatore Del Sante _ c’è la voglia di fare, scambiarsi idee, ripartire insieme”. Una fucina di idee che è anche serbatoio di professionalità. “Almeno una ventina di nostri ingegneri _ spiega Dallara _ negli ultimi anni sono stati selezionati fra i giovani studenti che hanno partecipato a questa manifestazione. E posso garantire che le università italiane di ingegneria non sono seconde a nessuno al mondo. Anzi, la competenza di base che forniscono agli studeni è perfetta”.
L’entusiasmo si respira visitando i box dove gli studenti hanno portato le loro auto da corsa, interamente realizzate in casa, nelle loro università. Ci sono atenei italiani, tedeschi, russi, ma anche indiani (ben dieci le università indiane), russi, turchi, estoni, danesi, serbi…”Ho notato che da quando iniziano questo progetto i ragazzi si trasformano”, ha commentato fra i box un docente dell’Università della Calabria, Massimo Muzzapappa, che ha seguito i suoi studenti. Stesso entusiasmo dimostra il professor Giorgio Toderi, dell’Università di Parma: “Questa iniziativa è una palestra perfetta. Gli studenti vedono tante cose, non si occupano solo del progetto dell’auto, ma imparano a lavorare in team, a progettare una piccola realtà industriale, vedono come si evolve un progetto dal vivo. Meglio di un tirocinio fatto in azienda”.
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