Sabato 18 e domenica 19 giugno il Palacongressi di Rimini ha ospitato il 3° Congresso Rotary Distretto 2072. Cinquecento rotariani dall’Emilia Romagna e Repubblica di San Marino si sono ritrovati per condividere e dibattere i contenuti di un anno intenso e produttivo, guidato dal Governatore Paolo Pasini. Infine il passaggio tradizionale del collare per il prossimo anno a Franco Venturi.
Il titolo del Congresso, Il nostro Patrimonio, un Dono per il Mondo: Cultura, Salute, Ambiente, ha riunito i contenuti espressi in due giornate intense e di alto livello.
Il prologo al Congresso è stato il concerto vocale strumentale aperto alla città del venerdì sera al Teatro Tarkovskij di Rimini con Ensemble Amarcanto e dal titolo Canti di popolo in cammino. La libera raccolta fondi svolta all’ingresso ha integrato gli aiuti al progetto Jardin Materno promosso da Lilly, consorte del Governatore (un nuovo asilo per 102 bambini da 2 a 4 anni all’interno del ‘Centro San Riccardo Pampuri’ di Bogotà) ed End Polio Now.
In apertura di Congresso hanno portato i loro saluti il Prefetto di Rimini Peg Strano Materia, il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, Sindaco di Rimini Andrea Gnassi e la responsabile del palacongressi di Rimini Stefania Agostini.
Negli ultimi 12 mesi il Distretto Rotary 2072 ha agito su scala internazionale sostenendo, fra gli altri, tre progetti di particolare rilievo: in Nepal, l’Ospedale di Kirtipur è stato dotato di una sala operatoria, dove ogni anno 1200 bambini vengono operati per gravi ustioni o malformazioni; in zambia, il sostegno per il reparto di Pediatria dell’Ospedale Missionario di Chikuni, con il rifacimento del tetto, la fornitura di adeguati servizi igienici, un ecografo, un apparecchio per l’anestesia inalatoria e un apparecchio radiografico digitale; in Nigeria, per la St. Kizito Clinic di Lagos l’acquisto di alcuni macchinari medicali per il trattamento crioterapico del cancro alla cervice uterina, uno strumento specifico per il trattamento della tubercolosi resistente ai farmaci e un’auto pick-up per gli interventi di diagnosi nelle aree rurali.
Complessivamente i progetti sostenuti dal Distretto 2072 e cofinanziati dai Club, da partners e dalla Rotary Foundation in Italia e nel mondo assommano a un valore di circa un milione di dollari.
Numerosi i fronti di azione: progetti territoriali e nel mondo, borse di studio, sostegno alla formazione e allo studio in Italia e all’estero, volontariato sul territorio e nel mondo, sostegno alla ricerca scientifica, ecc.
I versamenti alla Rotary Foundation sono stati di oltre 340.000 dollari, mentre nel corso dell’annata c’è stato un aumento di 52 soci, per arrivare complessivamente a 3.106. I Club sono saliti da 51 a 52.
Aprendo a Rimini i lavori del terzo congresso del Distretto 2072, dedicato a Il nostro patrimonio, un dono per il mondo: cultura, salute, ambiente, il Governatore Paolo Pasini ha rivolto un affettuoso saluto ai congressisti. “La vostra presenza qui – ha esordito – non è casuale, ma frutto di una scelta personale. Vale la pena essere qui? E la domanda è sì, ma non è scontata. Il congresso è storia che si costruisce insieme”.
Pasini ha subito posto l’accento sul ruolo del Rotary nella ricerca della pace. Negli anni Cinquanta, a dieci anni dalla fine della seconda guerra mondiale, in una città che ancora portava le ferite del tragico conflitto, Rimini ospitava il primo scambio giovani, coinvolgendo i figli di coloro che, poco tempo prima, avevano combattuto dai due lati opposti della Linea Gotica. “Oggi – ha sottolineato il Governatore, entrando nel merito dei temi congressuali – siamo chiamati a difendere la pace difendendo il nostro patrimonio di cultura, salute e ambiente. Il dono che abbiamo ricevuto abbiamo il dovere di donarlo a nostra volta alla libera iniziativa dei giovani”. Citando la “Politica” di Aristotele, Pasini ha ricordato come “l’uomo riesce a vivere bene soltanto se sta insieme agli altri”, perché non di sole condizioni materiali è fatta la felicità.
Nell’annata appena trascorsa il nostro Distretto, che può vantare un numero crescente di soci (3.090) e di club (52) ha investito quasi un milione di dollari in trenta progetti locali e internazionali, in gran parte rivolti alle giovani generazioni. Non è un caso, quindi, che quest’anno il 2072 abbia avviato il concorso “Cultura e Patrimonio” dedicato a start up giovanili nel settore dei beni culturali.
Alfonso Toschi
Portando i saluti del presidente internazionale del Rotary ‘Ravi’ Ravidran, il rappresentante Carlo Michelotti ha subito posto l’accento sulla creatività delle donne e degli uomini del Rotary nel fornire risposte ad alcuni dei moltissimi problemi che assillano l’umanità. Oltre 50mila studenti, ha ricordato Michelotti, hanno beneficiato di borse di studio messe a disposizione dal Rotary, 65mila sono i professionisti e 80mila i giovani che ogni anno usufruiscono di programmi internazionali di scambio. Sono questi gli strumenti con cui il Rotary persegue la composizione dei conflitti e la ricerca della pace nel Mondo.
Di questo impegno la campagna anti polio è uno dei maggiori campi d’azione, con 2,5 miliardi di bambini vaccinati: uno sforzo finanziario che ha superato a fine maggio di quest’anno 1,5 miliardi di dollari. La Fondazione Rotary ha raccolto 3,8 miliardi di dollari, impiegandone 3,5 in progetti in ogni angolo della terra. A questi si aggiungono i progetti curati e finanziati dai singoli Club, quantificabili in un altro miliardo di dollari. Sono decine di migliaia i rotariani impegnati in questo gigantesco sforzo collettivo, con progressi incoraggianti non solo sul fronte anti polio.
Il Distretto 2072, ha aggiunto il rappresentante del Presidente internazionale, ha magnificamente interpretato l’impegno di essere “dono nel mondo”, facendo registrare la nascita di un nuovo club, l’incremento del numero dei soci, più 40 e il versamento alla Fondazione di 260mila euro. Un impegno esemplare che si è esplicato in tutti i campi d’azione come testimoniano le 10 sovvenzioni per global grant e le 26 per district grant, rispettivamente per 700mila e 175mila dollari.
Tuttavia, il mondo cambia rapidamente e lo sforzo del Rotary non può avere solo carattere assistenziale e umanitario. La nostra organizzazione deve adeguarsi alle emergenze del momento. Oggi si pongono due drammatici problemi: il declino dei valori della società e la precarietà degli equilibri internazionali. Ora più che mai, dunque, è un dovere riprendere a parlare di princìpi e valori e di quelle che sono le radici più profonde del Rotary: integrità e solidarietà. Per un mondo migliore l’apoliticità non deve trasformarsi in colpevole neutralità. Le ultime modifiche votate dal Consiglio di Legislazione hanno dato maggior autonomia e responsabilità ai club, sulla base del principio di adattare le forme conservando la sostanza, per realizzare un Rotary più forte, giovane, dinamico e meglio conosciuto.
A.T.
“Un mondo libero dalla Polio è uno splendido traguardo” ha esordito Nicoletta Previsani, coordinatrice OMS Global Eradication Polio Initiative Ginevra dando inizio alla propria relazione “OMS e Rotary insieme per sconfiggere la Polio”, che si è svolta nella mattinata del primo giorno congressuale di Rimini.
Nel 1999 è stato registrato l’ultimo caso nel mondo di polio del tipo 2, nel 2013, l’ultimo del tipo 3 in Nigeria, Il 23 marzo del 2014 l’India – sud est asiatico è stata dichiarata Polio free, nel 2014 l’ultimo caso del tipo 2 si è avuto in Africa, che sarà dichiarata Polio Free nel 2017. E quest’anno siamo scesi a 17 casi nel mondo, circoscritti a due paesi.
I vaccini utilizzati sono stati di due tipi: il IPV Salk del 1955, che contiene virus inattivati dei tre sierotipi ed è solo iniettabile, quindi richiede personale medico. Il vaccino Sabin del 1961 che contiene virus attenuati dei tre sierotipi ed è un vaccino orale, facile da somministrare. “L’eradicazione della polio sarà possibile solo eliminando tutti i ceppi di poliovirus in circolazione” ha spiegato Nicoletta Previsani” ecco quindi il piano 2013-2018: che punta a localizzare i poliovirus in circolazione, interromperne la trasmissione e completare l’eradicazione”. Ma c’è anche l’obiettivo che punta alla sostituzione programmata del vaccino tOPV (tipo 1,2,3) con bOPV (tipo 1, 3) e introduzione di 1 dose di IPV, per ridurre il rischio di infezione con virus di sierotipo 2 ed interrompere eventuali epidemie, aumentando la risposta immunitaria alla vaccinazione contro virus di sierotipo 1 e 3.
“Dobbiamo colpire i focolai in Pakistan/Afghanistan e proteggere i paesi a rischio. E le sfide ancora in corso sono importanti” ha spiegato la Previsani “Come raggiungere tutti i bambini, organizzare vaccinazioni in posti di transito, ed aumentare la copertura geografica durante le campagne di vaccinazione. Inoltre bisogna interrompere la propagazione della polio utilizzando I vaccini OPV e IPV, con un Impegno politico ad alto livello sul piano concreto, aumentando la sorveglianza polio e dando risposte tempestive dove necessario. L’eradicazione della polio è più che mai realizzabile, ma restano da affrontare delle prove importanti. Nel 2016 si dovrà ritirare il vaccino tOPV da tutti i 155 paesi che non ne fanno più uso e nel 2018 si potrà certificare l’eliminazione della polio in tutte le regioni.
“In Africa – il successo è imminente, ed i negoziati ad alto livello con i leaders in Pakistan sono molto incoraggianti” conclude la Previsani.
Il tema scelto per il congresso, ha esordito il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, è molto stimolante e centrato, sia per le bellezze del nostro paese, sia per il particolare momento storico che stiamo vivendo. Il 2015, ha proseguito il Ministro, è stato un anno straordinario sia per l’ambiente che per l’economia di tutti i Paesi. Alcuni eventi, infatti, hanno caratterizzato una vera e propria svolta per il mondo. In primo luogo l’enciclica di Papa Francesco che ha posto il problema dell’ambiente come mai era stato fatto prima, parlando non solo di conservazione, ma di ecologia integrale: dai problemi sociali ed economici alla pace e alla povertà. Il Papa ha affrontato in modo nuovo il problema del “debito ambientale” che i paesi sviluppati hanno nei confronti del resto del pianeta e i cambiamenti climatici provocati dal riscaldamento globale e dal progresso industriale.
Un’altra pietra miliare è il Protocollo di Parigi, firmato lo scorso dicembre da 195 Paesi: un accordo per la riduzione del CO2 che per la prima volta impegna il 97 per cento delle emissioni globali mondiali. E’ una strada irreversibile quella che abbiamo imboccato con questo protocollo, ha sottolineato Gian Luca Galletti, dalla quale non si può più derogare.
Di grande importanza, infine, è lo spirito con cui l’imprenditoria affronta oggi la questione della tutela dell’ambiente. Il bollino di qualità ambientale rappresenta ormai per gli imprenditori un elemento di straordinaria importanza, in conseguenza del fatto che i consumatori sono divenuti sempre più attenti all’eco compatibilità dei prodotti. Insomma, l’economia circolare e sostenibile, contrapposta alla vecchia concezione lineare dell’economia, è ormai l’economia del futuro.
A.T.
“Dopo la Polio: coraggio e impegno”. “Sono due delle tante virtù dei Rotariani messe a disposizione per un mondo migliore – ha sottolineato nel suo intervento Bruno Modafferi, presidente della Sottocommissione distrettuale Polio Plus -, un mondo senza più casi di polio”. Nel 1985 il Rotary International con il programma «Polio Plus» adottò l’idea di debellare definitivamente la poliomielite: un progetto divenuto presto il più condiviso dai rotariani di tutto il mondo. Tre anni più tardi il Rotary divenne partner della Global Polio Eradication Initiative (GEPI) con l’OMS, l’UNICEF e i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie. I risultati sono stati eccezionali. I 350.000 casi di polio del 1988, con 125 Paesi polio endemici, si sono ridotti nel 2015 di oltre il 99 per cento. Oggi sono solo due i Paesi polio endemici, il Pakistan e l’Afghanistan. A giugno 2016 i casi di polio in questi due Paesi sono 17, dei quali 11 in Pakistan e 6 in Afghanistan. I successi raggiunti nella lotta contro la polio sono stati possibili grazie anche al miliardo e mezzo di dollari messo a disposizione dai rotariani del mondo con i loro progetti, i service, gli eventi di raccolta fondi, le donazioni e altro ancora. Dal 2013 al 2018, data termine del progetto, ogni dollaro verrà equiparato con 2 dollari, grazie alla partnership con la Bill & Melinda Gates Foundation.
L’amico Bruno ha poi presentato la prof. Lia Fabbri, presidente nazionale dell’Aniep, che ha tracciato una esaustiva storia della polio in Italia, facendo più volte riferimento alla pubblicazione realizzata da Salvatore Ricca Rosellini del RC Forlì “La poliomielite in Italia… come eravamo”, donata ai congressisti. Una situazione ancor oggi difficile (i “polio survivals” sono ancora decine e decine di migliaia, tuttora bisognosi di cura e assistenza) a mezzo secolo dalla definitiva sconfitta della malattia in Italia.
A.T.
“Ora si apre l’era della genomica, che riguarda cose straordinarie” ha affermato la senatrice Elena Cattaneo -direttore del Laboratorio di Biologia delle Cellule Staminali e Farmacologia della malattie Neurodegenerative Dipartimento di Bioscienze e Direttore di UniStern Centro di Ricerche sulle cellule Staminali dell’Università di Milano- all’inizio della sua relazione al pubblico rotariano del Congresso di Rimini del 18 e 19 giugno, dal titolo “Le frontiere della ricerca sulle malattie genetiche”.
Una presenza di prestigio quella della Prof.ssa Cattaneo, capace di trasmettere emozioni e coinvolgimento, oltre che una amicizia radicata (“Qui mi sento a casa”, ha detto) che deriva anche da cinque anni di rapporto coi Rotary Club Romana Sud che tramite il Concerto per la Vita ogni anno sostengono con borse di studio il laboratorio di ricerca di Milano.
Conoscere il DNA, capirlo, leggerlo, diventa quindi un percorso dal quale non si può prescindere per aprirsi ad un mondo nuovo, rivolto alla prevenzione, alla conoscenza di predisposizioni a certe patologie, capace di portare anche alla guarigione chi è colpito da malattie genetiche di vario tipo. “Questo significa che possiamo agire molto concretamente” ha sottolineato la Senatrice Elena Cattaneo, che poi ha introdotto all’argomento anche attraverso numeri che possono apparire incredibilmente grandiosi ai neofiti. Come i 60mila miliardi di cellule del nostro corpo, che coesistono con la regia del DNA, uguale in tutte le cellule di una persona.
O come i 3 miliardi di “lettere” che compongono il DNA, pari alla lunghezza di un metro, ed impaccate nel nucleo di ogni cellula. Per non parlare della virtuale lunghezza che si otterrebbe dall’unione del DNA di ogni cellula del corpo, che sarebbe pari a 500 mila volte il giro della terra. “Leggendo il DNA” ha poi spiegato la senatrice” possiamo migliorare la risposta individuale ai farmaci”. Infatti rilevando una particolare variante nel gene di una persona, si evidenzia che questa non avrà il giusto risultato da un farmaco specifico, bensì da un altro. Ma possiamo conoscere anche il rischio genetico verso alcune malattie, come nel caso della familiarità al tumore al seno e all’ovaio. “Una lettera sbagliata nel gene del collagene” ha spiegato Elena Cattaneo” provoca la epidermolisi bollosa” Grazie all’estrazione delle staminali da una porzione di pelle sana del paziente, si correggere il gene in laboratorio, che poi viene reinserito nella persona. In altri casi se le “lettere” vengono ripetute troppe volte rispetto alla normalità e non sono correggibili, si seguirà una nuova strada, cioè quella di “silenziare” le ripetizioni in eccesso, portando il gene ad un assetto corretto. Ma la lettura del DNA, può spiegare anche i tratti particolari delle popolazioni, come per gli abitanti di un’area della Sardegna, dove una variante nell’ormone della crescita riduce l’altezza delle persone ad un massimo di 1,60 cm.
Maria Grazia Palmieri
“Se vogliamo incidere, dobbiamo educare” così ha aperto il suo intervento al Congresso Don Carlo D’Iimporzano, fondatore dell’Ong Monserrate e fondatore del centro di educazione integrale San Riccardo Pampuri, un’oasi in un devastato deserto sociale.
A Juan Rey di Bogotà infatti, sulle pendici dei monti, tra baracche e case dissestate ai margini dei boschi, vive gente povera e spesso disperata e fino qualche anno fa questo era il regno di spacciatori, ricettatori e prostitute. Non si vedevano bambini correre o giocare perché avevano sempre mal di testa in quanto malnutriti e denutriti. Le condizioni igienico sanitarie erano inadeguate e scarse erano le possibilità di partecipare ad attività educative, culturali o semplicemente ludiche. Ma oggi grazie a Don Carlo, Juan Rey è diventato un luogo per la ricostruzione della dignità e della speranza delle persone: i bambini passano più tempo a scuola che a casa con i genitori e questo grazie agli insegnanti, altamente qualificati per poter insegnare in tali contesti, in grado di affrontare problematiche molto complesse e pluridisciplinari che riguardano i bambini( fragilità personali e psicologiche derivanti sa violenza, emarginazione ed estrema povertà)ed il contesto familiare e sociale di provenienza . Oggi anche grazie agli aiuti provenienti dal distretto 2072 attraverso il progetto consorti, il centro avrà un nuovo asilo per 102 bambini di età compresa tra i 2 e i 4 anni all’interno del quale insegnanti e volontari si dedicheranno alla cura a 360 gradi dei bambini, dall’istruzione all’igiene, alle attività culturali e quelle ludiche, facendo del centro San Riccardo Pampuri davvero un’oasi felice pregno di speranze per una vita migliore.
Raffaella Romeo
“Ebola ha ricevuto una grande attenzione mediatica all’inizio del contagio, ma poi è completamente scomparsa dal mondo dell’informazione” ha sottolineato il Governatore Paolo Pasini, introducendo al pubblico della seconda giornata del Congresso di Rimini l’intervento del ginecologo Luigi Benassi, socio del Rotary Club Parma, intitolato “Ebola dimenticata, ma non dal Rotary”
Somalia, Bangladesh, Colombia, sono solo alcuni dei paesi nei quali Benassi ha prestato il proprio servizio professionale con grande generosità
“Nel 1992 – ha ricordato – ero in Somalia, a Mogadiscio, in un villaggio con bimbi orfani che si trovava di fronte ad un piccolo ospedale. Là c’era la guerra e io praticai tanti parti naturali e qualche cesareo. Pensate che all’epoca succedeva una cosa terribile: la tribù si riuniva per decidere se la donna meritava o meno, di vivere” E proprio in Somalia Benassi conobbe anche Annalena Tonelli, la missionaria laica di Forlì, che nel 2003 fu uccisa da un commando islamico.
Ma l’esperienza forse più forte, per Benassi, probabilmente è quella che lo coinvolse in Sierra Leone, nella grande città di Makeni, dove cercavano un’equipe medica straniera che rinunciasse a qualsiasi compenso, per un ospedale con 80 letti, di Missionari.
“Purtroppo nel nord e nel sud del paese arrivò improvvisamente Ebola, il cui terribile contagio per due anni imperversò nel paese, diffondendosi rapidamente anche perché per sua tradizione, la popolazione locale è abituata a toccare i morti. Iniziammo i soccorsi con tutte le protezioni del caso.
Furono attaccati manifesti che informavano su come evitare il contagio. E finalmente il 17 marzo del 2016 l’OMS ha dichiarato la fine di Ebola in Sierra Leone e nel mondo.
“Noi siamo stati convocati in aprile per un controllo in loco” conclude Luigi Benassi, che ha avuto uno scambio di gagliardetti con il presidente del Rotary Club di Makeni. “Dopo l’epidemia, l’accesso all’ospedale viene ancora attentamente monitorato, con un minor flusso indiscriminato, e richiedendo un primo atto doveroso a chi vuole entrare, cioè il lavaggio delle mani”.
Ora l’ospedale è vuoto, in ordine perfetto, ma Luigi Benassi, durante la sua ultima permanenza, ha comunque praticato qualche piccolo intervento, ancora pronto, come ginecologo e come rotariano, e come sempre nella sua vita professionale, a tendere la mano con il proprio servizio, a chi ha bisogno. professionale, a tendere la mano con il proprio servizio, a chi ha bisogno di lui.
M.G.P.
‘Il programma Unesco, L’uomo e la biosfera (MAB) e la Riserva Biosfera dell’Appennino Bolognese’ è il titolo della relazione illustrata nella seconda giornata del Congresso Distrettuale di Rimini dal Sen. Fausto Giovannelli, presidente del Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano Mab and the Biosphere. Riassunto nella sigla MAB, è il programma UNESCO partito negli anni ’70 per migliorare il rapporto tra uomo e ambiente, riducendo al contempo la perdita di biodiversità, che ha portato al riconoscimento delle Riserve della Biosfera.
La riserva Mab, ha spiegato il senatore Giovannelli, ha la funzione di stimolare uno sviluppo sostenibile ed una crescita culturale del tessuto sociale ed imprenditoriale ed è un importante progetto di marketing a livello internazionale.
“L’Appennino Tosco Emiliano è rientrato nelle Riserve della Biosfera, in base alla decisione del Consiglio Internazionale della rete Mondiale del 9 giugno 2015 – ha precisato il sen. Giovannelli, riferendosi a questa area, unica dell’intera catena appenninica, caratterizzata dal confine climatico euro – mediterraneo – Le peculiarità che ne derivano, hanno creato rapporti unici tra flora, fauna e uomo, che hanno fornito basi particolari e di eccellenza, dalle quali sono nate produzioni agroalimentari tra le più famose al mondo.
Dopo un anno dal riconoscimento dell’Appennino Tosco Emiliano nelle Riserve della Biosfera, si può tracciare un primo bilancio, che si esprime con fatti concreti, per esempio nell’essere stata individuata come priorità, da parte della Regione Emilia Romagna, per l’assegnazione dei progetti correlati alle “Aree Interne”.
Inoltre i progetti correlati alla Riserva di Biosfera, possono candidarsi a canali di finanziamento, ai quali il Parco Nazionale precedentemente faticava a presentarsi in modo significativo.
“Ricordo anche la rassegna MENU’ a Km0 2015-2016, che ha riguardato per la prima volta tutta l’area coinvolgendo 94 imprese con 40 ristoranti e 54 produttori agricoli locali; e il convegno di studio e approfondimento su Area MAB UNESCO e Montagna, tenuto da CAI di Parma e CAI Nazionale a Parma”.
Un altro importante risultato è stato ottenuto con la manifestazione “Sapori di Fivizzano”, che si è svolta dal 2 al 5 giugno, ospitando una rassegna dei 64 prodotti DOP, IGP e tradizionali, riconosciuti nella Riserva di Biosfera. In coincidenza con il festival del prosciutto di Langhirano del prossimo 1 settembre, in collaborazione tra MAb Appennino e Parma Città Creativa Unesco per la gastronomia, si svolgeranno altri importanti eventi internazionali: un seminario su “Branding through high quality products and gastronomy” nel Castello di Torrechiara (30 e 31 agosto) e, subito dopo, con presenze da tutto il mondo, in ogni parte di Parma, si svolgerà una celebrazione del riconoscimento Unesco del valore della nostra enogastronomia.
Molto concreto anche il risultato ottenuto nel mondo della scuola, con 53 istituzioni scolastiche coinvolte nell’interpretazione del messaggio “Uomo e biosfera” e grazie agli incontri formativi organizzati alla mostra Behind Food sustainability a Expo.
M.G.P.