La bellissima città di Ferrara ha ospitato il 9 e 10 giugno 2018, nella prestigiosa sede del Teatro comunale, il quinto congresso del Distretto 2072. Un appuntamento che ha coronato un intenso anno di attività del Governatore Maurizio Marcialis, della consorte Flavia, della squadra distrettuale e dei club. Dedicato al tema “L’uomo per l’Ambiente e/o l’Ambiente per l’Uomo”, il congresso ha alternato, in un perfetto mix, interessanti relazioni a momenti istituzionali, dibattiti e appuntamenti conviviali. A conclusione, il passaggio del collare tra Maurizio Marcialis e Paolo Bolzani.
Di seguito pubblichiamo un sunto degli interventi e delle tavole rotonde.
Il governatore Maurizio Marcialis, aprendo il V congresso distrettuale, ha sottolineato l’importanza dell’ambiente come casa comune di cui tutti devono prendersi cura. Dopo aver richiamato l’importanza dell’iniziativa del presidente internazionale, Ian Riseley, che ha invitato ogni rotariano a piantare un albero per dare un contributo alla tutela dell’ambiente, il Governatore ha ricordato le più diffuse forme di inquinamento che oggi sono una minaccia per il pianeta e la salute dell’uomo: quello da materie plastiche, atmosferico, del suolo e idrico. «Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità anche come rotariani e società civile – ha sottolineato Marcialis – cercando di capire che ogni danno all’ambiente si ripercuote sul genere umano e non solo». E se, come ha dichiarato, la sfida del futuro si giocherà «sulla ricerca di nuove fonti energetiche alternative e su uno sviluppo sostenibile e responsabile», per il Governatore servono anche interventi per salvare i centri storici delle città dall’abbandono e dal degrado. Perché «anche questo è ambiente, la nostra cultura, la nostra storia», ha rimarcato. Anche dall’intervento di Marcialis è pertanto emerso quanto il rispetto dell’ambiente, della casa comune di tutti gli uomini, sia un impegno per tutti i rotariani “a fare la differenza”.
Alessandro Rondoni
Daniela Tranquilli Franceschetti, PDG Distretto 2080, Rappresentante del Presidente Internazionale, come tradizione è intervenuta in entrambe le giornate del congresso, in apertura e in chiusura. Nel primo intervento ha sottolineato come il Distretto 2072 abbia nell’annata appena conclusa davvero fatto la differenza, rispettando in pieno lo slogan del Presidente internazionale. Il nostro Distretto è riuscito a realizzare un Rotary concreto, con moltissimi progetti che sono l’essenza stessa del Rotary. Progetti realizzati con il talento e l’impegno dei soci, progetti che hanno visto mettere al centro l’uomo, con le sue necessità e debolezze. Per i rotariani la correttezza è un modo di vivere il Rotary: non siamo semplicemente iscritti, “facciamo” Rotary. Dobbiamo creare club sempre più attrattivi, per attirare soci e socie nuovi e più giovani. A questo scopo si rende necessario qualche cambiamento coraggioso.
“Il lavoro svolto dal 2072 – ha sottolineato Daniela nel secondo intervento-, mi ha reso ancor più orgogliosa di far parte di questa straordinaria associazione. Tutti i club, visto quello che hanno saputo realizzare, fanno di questo distretto un grande distretto. Oggi ho veramente capito che cosa avete fatto. E’ un sentito discorso di elogio – ha proseguito – quello che mi sento di fare a Maurizio, un sentimento che parte dal cuore. Maurizio, sei un grande Governatore ed hai al tuo fianco una grande donna, Flavia! Il 2072 può vantare di essere uno dei primi Distretti al mondo per Global Grant realizzati ed ha ben cinque PDG nel Board internazionale: un vero record! Avete fatto tantissimo per la Polioplus!” “Ho notato – ha concluso Daniela – un grande spirito di squadra: voi fate davvero Rotary insieme. Ed ho visto come operano bene gli assistenti, che hanno realizzato un lavoro eccezionale. Come Paul Harris, oltre un secolo fa, capì che l’amicizia poteva aiutare gli altri e fare davvero la differenza, così anche oggi nel nostro DNA c’è l’amicizia. Un’amicizia che si traduce in servizio. Siamo idealisti pragmatici, perché abbiamo le idee, ma sappiamo anche realizzarle. E voi, da protagonisti, avete fatto la differenza.”
Alfonso Toschi
I risultati del progetto consorti “Alzheimer. Asse cuore-cervello”, coordinato nell’annata 2017-2018 da Flavia, moglie del governatore Maurizio Marcialis, sono stati presentati dal prof. Paolo Zamboni, docente all’Università di Ferrara. Il service, che ha lo scopo di sostenere la ricerca per la prevenzione dell’Alzheimer, si è avvalso dello studio e dell’azione scientifica del Centro Malattie Vascolari universitario, guidato da Zamboni, che ha affermato: «È un progetto ambizioso che riguarda la possibilità di acquisire strumenti per individuare precocemente la tendenza a sviluppare patologie nella sfera cognitiva. Quando si manifestano i primi segnali è già troppo tardi, è importante quindi disporre in anticipo di qualche indice che possa permettere di identificare le persone a rischio. Alcune tracce possono emergere dalla considerazione dell’asse cuore-cervello, battito cardiaco e distribuzione sangue al cervello». La proposta è quella di misurare le onde di pressione senza interventi invasivi, come fu fatto già con la Nasa per monitorare l’asse cuore-cervello negli astronauti in orbita. Il programma elaborato dall’équipe di Ferrara fu utilizzato nella missione Futura 42 dove c’era Samantha Cristoforetti. «Con una ecografia al collo collegata a un elettrocardiogramma – ha proseguito Zamboni – si riescono a misurare parametri prima sconosciuti. L’esame dura dieci minuti poi inizia il lavoro dei ricercatori che traducono il tutto in grafici, misurando e ricavando parametri».
Alessandro Rondoni
Il tema dello stretto rapporto tra l’ambiente e l’agricoltura è stato trattato all’interno della prima giornata congressuale da Paolo Bruni, presidente del Centro Servizi Ortofrutticoli.
Bruni ha subito sottolineato il grande rispetto dell’ambiente che oggi si manifesta nel settore agricolo. “Gli agricoltori sono guardiani dell’ambiente – ha sottolineato – e la sensibilità rivolta a salvaguardarlo è sempre più forte”. In questo migliorato quadro, quando si iniziò a parlare di “bio”, tra il 1970 e l’80, l’Emilia-Romagna fu una antesignana e iniziò la lotta integrata.
Secondo Bruni la strada oggi da percorrere è chiara. Tenendo conto di un dato imprescindibile e cioè che la popolazione mondiale è in netta ed assoluta crescita, bisognerà produrre di più ma inquinando di meno.
“Credo che nell’affrontare la sfida dell’agricoltura nel salvaguardare l’ambiente – ha detto il relatore – l’Italia sarà sicuramente una protagonista, perché i nostri prodotti sono molto ricercati e richiesti in tutto il mondo. La nostra imprenditoria si ritaglierà una fetta importante nel futuro dell’umanità, con l’orgoglio di essere tra i primi produttori al mondo di derrate alimentari”.
M.G.P.
Attilio Rinaldi, presidente della Fondazione Centro Ricerche marine di Cesenatico-Cervia, è uno dei più noti biologi marini italiani. Nel suo intervento ha ricordato come si sia appena concluso a Cesenatico il congresso dei biologi marini, che ha affrontato alcune delle emergenze del nostro mare. Ben 180 specialisti hanno redatto un appello per segnalare i rischi rappresentati dall’uso della plastica. Questa sostanza, infatti, rappresenta la prima, grande emergenza sanitaria, in quanto è sostanzialmente eterna e finisce con l’accumularsi nei mari e negli oceani. Il secondo grande problema è rappresentato dallo sforzo di pesca, che sta progressivamente impoverendo tutti i mari. Oggi siamo in una vera e propria emergenza per quanto riguarda le risorse ittiche: in tutti i mari del globo, e ovviamente anche in Adriatico, ci sono sempre meno pesci e di dimensioni sempre minori.
Con il battello oceanografico Daphne, in collaborazione con Arpa Emilia-Romagna e Università di Bologna, il Centro monitora settimanalmente l’Adriatico, un mare piccolo (appena 800 km per 250) e poco profondo, che ha però grandi diversità: sabbia e scogli, più o meno salato a seconda delle correnti.
Dagli anni Ottanta ad oggi è stata sconfitta l’eutrofizzazione, ovvero l’eccessiva proliferazione delle alghe provocata dalla immissione in Adriatico di sostanze, come il fosforo, contenute nei detersivi e nei fertilizzanti. Un fenomeno, quello dell’eutrofizzazione, che si registra un po’ in tutto il mondo e che è legato per certi versi al benessere: colpisce infatti i paesi più ricchi e popolosi.
Un altro problema è rappresentato dalle specie aliene. I mercantili, che caricano acqua di zavorra nei porti dell’Oriente e la scaricano nei nostri mari, trasportano larve e uova di animali, che trovano poi in Adriatico condizioni favorevoli di sviluppo. Ma anche l’acquacoltura veicola specie: è il caso della vongola verace, ormai diventata comune nelle nostre acque.
Altri problemi sono rappresentati dalla tropicalizzazione e dalla meridionalizzazione. La prima è rappresentata da pesci e invertebrati che, attraverso il Canale di Suez, hanno raggiunto il Mediterraneo. La seconda è legata all’aumento della temperatura, che consente a specie una volta endemiche solo delle acque africane di trovare anche in alto Adriatico condizioni di vita favorevoli.
Alfonso Toschi
«Fare del bene nel mondo» trasformando donazioni in progetti e service per aiutare milioni di persone. Questa la mission che la Rotary Foundation persegue da oltre cent’anni e che è stata al centro della tavola rotonda cui sono intervenuti i PDG Pietro Pasini, presidente Commissione Rotary Foundation e Paolo Pasini, presidente Commissione Azione internazionale, con Alberto Azzolini, presidente Sottocommissione Gestione Sovvenzioni e Progetti e Salvatore Ricca Rosellini, presidente Sottocommissione Polio Plus. A coordinare gli interventi il giornalista Alessandro Rondoni, membro della Commissione distrettuale della Comunicazione. Pietro Pasini, anche con l’ausilio di audio e video, ha spiegato cos’è e cosa fa la Rotary Foundation e come mette in campo «azioni concrete, progetti per la salute, l’istruzione e il contrasto alla povertà». Paolo Pasini ha poi aggiunto che «recentemente è stata rivisitata la commissione distrettuale preposta e che ora, attraverso una rete di 32 specialisti esperti di vari settori, i club possono essere aiutati a sviluppare iniziative adeguate e nuovi progetti». I numeri degli interventi sono stati forniti da Alberto Azzolini «Nel 2017-2018 sono stati effettuati 23 district grant col coinvolgimento di 38 club per un valore di 200 mila dollari, di cui 88.000 sovvenzionati». Salvatore Ricca Rosellini ha illustrato uno dei principali service, la lotta alla poliomielite nel mondo, con la campagna internazionale “End Polio Now”, ricordando anche la figura Pier Giorgio Frassati, colpito dalla malattia, e l’opera di due rotariani, Sergio Mulitsch di Palmenberg e Luciano Ravaglia, che lanciarono il progetto “Polio Plus” per il quale il Rotary, impiegando 1700 milioni di dollari, in oltre trent’anni, ha praticamente eradicato la polio nel mondo. «Restano – ha detto Ricca Rosellini – pochi casi in Afghanistan, dove bisogna anche vincere l’ostilità dei talebani verso i vaccini, il Pakistan e il Sud America». Concludendo, Rondoni ha sottolineato come «questo focus permette di essere più consapevoli della grande azione umanitaria di cui siamo capaci e che dobbiamo ancora di più sviluppare per aiutare gli altri e le persone che sono in difficoltà. Fare del bene vuol dire fare la differenza».
Tra gli elementi fondanti del Rotary, c’è l’attenzione per le giovani generazioni, che si sviluppa su più ambiti. Non poteva mancare, quindi, uno spazio specifico dedicato a loro, durante il Congresso Distrettuale.
Il PDG Italo Giorgio Minguzzi ha moderato gli interventi dei relatori: Guido Giuseppe Abbate, Presidente Sottocommissione Ryla, Giordano Giubertoni, Presidente Sottocommissione Interact, Andrea Bandini, Presidente Sottocommissione Rypen, Alessandro Alboni, Presidente Sottocommissione Scambio Giovani, e Martina Po, RD Rotaract 2072, e in rappresentanza di Fabrizio Pullè presidente sottocommissione Rotaract.
Alessandro Alboni ha iniziato sottolineando le peculiarità dello scambio giovani che porta a comprendere nuove culture, a diventare cittadini del mondo, a sviluppare la propria leadership, ad affrontare la sfida di una nuova realtà, adattandosi ad essa.
E’ un modello di crescita a tutto tondo sul quale si è espressa positivamente Louise Delveaux, la studentessa belga che ha vissuto lo scambio giovani con grande soddisfazione (grazie a RC Bologna Vale dell’Idice). Esperienza molto positiva anche per Lucia Violani, che è stata in South Carolina, grazie a RC Faenza, mentre Camilla Cattini ha vissuto in Nuova Zelanda, grazie a RC Carpi. Tommas Tenti, invece, è volato in Messico grazie ad RC Modena.
Per quanto riguarda l’Interact, Giordano Giubertoni ha sottolineato alcune le difficoltà. “Esiste poca cultura in questo senso e si fatica a partire con nuovi Interact. Uno strumento utile è rappresentato da Youtube, un mezzo che è nella vita dei ragazzi e che diventa una chiave di lettura per coinvolgerli. “I ragazzi chiedono di essere felici – ha poi detto Andrea Bandini -, di essere ascoltati, di ricevere indicazioni sulla strada da prendere. Il Rypen, che si rivolge ai giovani dai 14 ai 18 anni, riesce ad offrire tutto questo.”
“Questa è l’età più fertile – ha sottolineato Italo Giorgio Minguzzi – e se non ne siamo consapevoli manchiamo nel nostro ruolo”. “I soci del Distretto Rotaract 2072 sono attualmente 400 – ha detto Martina Po -, il 65% ragazze.” Si denota un grande rinnovamento, sono molti i giovani sui 25 anni, ma si deve porre attenzione all’effettivo in calo, anche se ci sono stati nuovi ingressi. Guido Abbate, dal canto suo, ha parlato del Ryla. Il tema di quest’anno era “Industria 4.0, la nuova sfida per i giovani”: vi hanno partecipato con entusiasmo poco meno di 90 ragazzi, provenienti dalla nostra regione e dalla Toscana. Grazie al Ryla si riesce a formare un team da giovani che inizialmente non si conoscono e tra i quali si crea una vera magia collettiva, la magia propria del Rotary, che crea coesione e comunione di intenti, nel raggiungere obiettivi di servizio e amicizia.
Maria Grazia Palmieri
I rotariani osservano le comunità, valutano, progettano, agiscono, contribuiscono per superare situazioni di crisi. In questa annata siamo stati capaci di attivarci in maniera puntuale, fantasiosa, concreta per raccogliere la sfida lanciata un anno fa dal Presidente Internazionale Ian Riseley ovvero “piantare un albero per ogni socio“. Lo abbiamo fatto e ancora di più abbiamo dimostrato che quando siamo determinati a perseguire un obiettivo sentito e condiviso, lo facciamo in poco tempo, con grande entusiasmo anche quando si presentano difficoltà legate a contesti a volte non proprio favorevoli. Fin dalle prime battute, le considerazioni sul progetto e sulla sua reale fattibilità non sono state fatte solo sulla quantità, sui numeri, ma si è posto l’obiettivo da raggiungere in relazione alle caratteristiche dei territori nei quali i rotariani del nostro distretto operano. Abbiamo proposto ai club diverse “sfumature” dello stesso progetto e diverse tipologie di piante da mettere a dimora con azioni semplici, da potere attuare in qualsiasi momento dell’anno rotariano ed in qualsiasi contesto sociale. L’elasticità dell’azione si è esplicitata persino nella definizione che ogni club ha attribuito al service: service alberi, service verde, service ambiente. Forse per la prima volta abbiamo avuto tra le mani, e non in senso figurato, un elemento vivo da curare, da fare curare e da utilizzare come supporto per l’ormai improrogabile educazione ambientale. E quindi, ora che il service è terminato, quali conclusioni possiamo trarre? E’ solo un altro progetto portato a termine? E’ un service che può continuare? E’ un service che ci ha lasciato qualcosa? Credo che possiamo rispondere affermativamente a tutte queste domande. Aggiungo che forse è stato acquisito un metodo di lavoro, da applicare ad altre sfide, come riqualificare i nostri centri storici.
Aida Morelli
Di grande interesse l’intervento di Mario Tozzi, noto divulgatore scientifico e conduttore di trasmissioni televisive a tema scientifico-naturalistico. Tralasciando le sue importanti osservazioni sullo stato del nostro pianeta e sull’esaurimento delle risorse in relazione all’incremento della popolazione mondiale, è stata interessante la sua riflessione sull’Homo sapiens e l’esempio da lui riportato per una immediata comprensione dell’atteggiamento capitalista dell’essere umano. Lo ha spiegato soffermandosi sul comportamento di Robinson Crusoe, protagonista del celebre romanzo di Daniel Defoe del 1719 “La vita e le strane sorprendenti avventure di Robinson Crusoe”. Il noto naufrago, una volta raggiunta l’isola (deserta) cerca un riparo. Tra le varie grotte, sceglie la più grande (che bisogno c’è, è da solo) e si barrica al suo interno proteggendone l’accesso (da chi? l’isola è notoriamente deserta). Poi con l’archibugio che è riuscito a salvare dal naufragio spara a tutto ciò che incontra: fortunatamente, si ferma in tempo perché capisce che così facendo rischierebbe di distruggere ogni fonte di sostentamento. Incontra l’unico altro uomo presente sull’isola e lo schiavizza. Ciò che Robinson Crusoe fa è la sintesi estrema dell’uomo capitalista che è fondamentalmente uno sprecone. Stando alle parole di Tozzi, è un po’ quello che noi stiamo facendo sul nostro pianeta oggi, sfruttandolo oltre le reali possibilità di rigenerazione delle stesse risorse, quando sono rigenerabili, perché alcune di esse si stanno esaurendo. Ciò che stupisce è il fatto che l’Homo sapiens abbia già messo a punto tecniche indispensabili alla permanenza lieve dell’umanità sul pianeta. Quindi, basterebbe che queste tecniche fossero utilizzate dalle comunità per inquinare meno, produrre meno rifiuti, riciclare le materie.
Aida Morelli
Di “Nuove fonti energetiche nel rispetto dell’ambiente” ha parlato l’ing. Enrico Vincenti del Gruppo Vincenti, costituito da esperti di ingegneria ed agronomia, con vari uffici nel mondo. “E’ importante prevedere un’educazione mirata per accedere al benessere – ha detto Vincenti -, ma occorre un modello di sviluppo calato nel territorio, con isole energetiche per la produzione di energia autonoma.” Vincenti ha quindi effettuato una panoramica sulle fonti di energia rinnovabile. Dall’uso dell’energia solare, alle energie endogene, dall’energia eolica al recupero degli oli vegetali, ad altre fonti che derivano dalla filiera del bosco, grazie al cui legno, che accumula energia solare, si realizza biocarburante a CO2 neutro. Sino ad arrivare alle piccole centrali idroelettriche a biometano, realizzato con materie organiche residuali e sottoprodotti.
Per quanto riguarda il fotovoltaico, i cui costi sono scesi a circa un terzo, Vincenti ha parlato della sua integrazione con l’allevamento. I terreni collinari e pedecollinari si prestano perfettamente alla realizzazione di impianti di questa tipologia. Ed a proposito di questo argomento, Vincenti ha raccontato che con il suo studio, ha ideato il Pratopascolo Biosolare Fotovoltaico. Per entrare poi nel vivo dell’energia eolica, Vincenti ha portato un esempio concreto che ne chiarisce la portata anche ai non addetti ai lavori. Una macchina eolica della potenza di 2000 KW, con una ventosità pari a 2400 ore annue, riesce a produrre energia elettrica per 1600 famiglie, evitando al contempo le emissioni delle fonti convenzionali.
Maria Grazia Palmieri
Dal 12 al 27 maggio il Team Italiano del Vocational Training Exchange 2018, guidato da Annalisa Petullà del R.C. di Parma, è stato ospite del Distretto Rotary 2203 (Spagna del Sud) e ha visitato aziende e istituzioni attinenti al tema annuale del Distretto, ovvero l’ambiente, nelle città di Valencia, Madrid e Siviglia, per poi concludere il viaggio formativo al Congresso distrettuale del Governatore Luis Santos in Ceuta (Africa). Il Team era composto da Irene Pincolini (RTC Salsomaggiore), Maria Laura Ligabue e Francesco Pomi che sono stati invitati al Congresso di Ferrara e hanno potuto esporre, con un contributo fotografico che ha ben reso in immagini le parole, il senso di questo programma del Rotary International ed esprimere la loro gratitudine al Governatore Marcialis per quanto hanno ricevuto dal Rotary con questa iniziativa.
Il 27 maggio il nostro Team ha fatto rientro in Italia unitamente al Team Spagnolo, che ha visitato il nostro territorio fino al 9 giugno, quando ha partecipato al Congresso. Il Team, composto dal Team Leader Angel Palomar Villanueva e dai giovani dottori Manuel Jimenez Traves e Paula Hidalgo Rodriguez, ha visitato le città e i Rotary Club di Modena, Reggio Emilia, Parma, Bologna, Faenza e Ferrara.
Gli assistenti del Governatore coinvolti (Maria Cristina Camilloni, Cristina Carbognani, Stefano Spagna Musso, Domenico Lo Bianco e Patrizia Farruggia, Alberto Lazzarini) e il presidente del R.C. Faenza Fabrizio Zoli, coordinati dalla Sottocommissione per il VTE, hanno reso l’esperienza dei nostri ospiti unica, creando il giusto mix tra visite istituzionali a imprese che operano nel settore ambientale, serate istituzionali rotariane e momenti di convivialità meno formali. Il tutto ovviamente senza tralasciare le visite alle nostre città, che per gli ospiti sono sempre momento di grande interesse e meraviglia. Un ringraziamento speciale ad Annalisa Petullà e a Vittorio Brandonisio per l’organizzazione dell’ospitalità nel parmense e alle famiglie rotariane che hanno aperto le loro case per accogliere i nostri ospiti cogliendo lo spirito del VTE (vivere la famiglia rotariana). Al Congresso entrambi i Team, italiano e spagnolo, si sono riuniti e hanno avuto occasione di raccontare e mostrare le più belle immagini del loro viaggio e le amicizie seminate nei rispettivi scambi grazie a questo programma del Rotary.
Gabriele Garcea
L’esperienza della “Casa dei Risvegli” di Bologna è stata portata dal giornalista Fulvio De Nigris, che ha contribuito a fondare la struttura. De Nigris ha spiegato che «si tratta di un centro di riabilitazione e ricerca dell’Azienda Usl di Bologna dedicato anche alla formazione e allo studio nel campo delle gravi cerebrolesioni acquisite». E’ una struttura di eccellenza italiana, modello riconosciuto dal Consiglio d’Europa, nata dalla vicenda del figlio Luca, la cui mamma Maria Vaccari è presidente dell’associazione “Gli amici di Luca” onlus. «È stata una storia che è diventata per noi risorsa di vita – ha proseguito De Nigris – che ha portato a sviluppare un progetto che oggi è un valore per tutti». La “Casa dei Risvegli” condivide gli obiettivi dell’associazione “Gli amici di Luca” costituitasi come comitato nel 1997 per provvedere, attraverso un appello alla solidarietà, alle cure necessarie per Luca, di quindici anni, scomparso nel 1998 dopo un coma di otto mesi. Dalla sua vicenda è nata nel 1999 l’associazione che, nel luglio dello stesso anno, ha stipulato una convenzione con l’Azienda Usl di Bologna impegnandosi a progettare la costruzione di una nuova struttura riabilitativa per persone in stato vegetativo o post-vegetativo in fase post-acuta e per le loro famiglie, denominata appunto “Casa dei Risvegli” e dedicata a Luca De Nigris. Uno degli aspetti più innovativi è il fatto che l’intervento riabilitativo è rivolto al paziente, ma anche alla sua famiglia.
Alessandro Rondoni
A conclusione del Congresso, il Governatore Maurizio Marcialis e la consorte Flavia hanno dedicato a tutti gli amici rotariani un poetico e sincero saluto.
“Cosa ne dite se, alla fine di quest’anno rotariano, facciamo un bell’albero dentro al nostro cuore e ci appendiamo i nomi di tutti i nostri amici? Gli amici lontani e vicini, vecchi e nuovi, quelli che vediamo tutti i giorni e quelli che vediamo di rado, quelli che ricordiamo sempre e quelli che alle volte restano dimenticati. Quelli delle ore difficili e quelli delle ore liete. Quelli che ci hanno fatto soffrire. Quelli che conosciamo profondamente e quelli dei quali conosciamo solo le apparenze. Quelli che ci devono poco e quelli ai quali dobbiamo molto. I nostri amici semplici e i nostri amici importanti. I nomi di tutti quelli che sono già passati nella nostra vita. Un albero con radici profonde, perché i loro nomi non escano mai dal nostro cuore. Un albero dai rami molto grandi, perché nuovi nomi si uniscano ai già esistenti. Un albero molto gradevole perché l’amicizia è un momento di riposo durante le lotte della Vita.
GRAZIE A TUTTI VOI AMICI CARISSIMI. MAURIZIO E FLAVIA