Carissime amiche e amici,
ho letto da qualche parte, e mi ha molto colpito, che la parola “passo” è una parola ritenuta così comune e scontata da essere quasi invisibile. Muovere i primi passi, passi da gigante, passi avanti, passi indietro e pari passo sono solo alcune delle infinite locuzioni che la contengono. Eppure passo è anche il participio passato di pandere, che significa spiegare, stendere, aprire, spalancare. E non a caso, per noi umani, fare un passo significa a livello fisico compiere un movimento di apertura, portando una gamba avanti rispetto all’altra. Sarà una banalità, ma tutto questo ci dice – tra le altre cose – che l’essere umano è misura del mondo (quante volte tutti noi abbiamo contato i passi…) e che il compiere passi è connaturato nel nostro stesso essere.
Una lunga premessa perché, come avrete intuito, “passo” è anche ciò da cui deriva la parola “passaggio”. Spesso noi rotariani utilizziamo la metafora della ruota che gira per indicare il susseguirsi delle annate e dei ruoli pro tempore che ci vengono affidati, riferendoci poi al “passaggio delle consegne” tra un Presidente e il successivo, o tra un Governatore e l’altro. Se Franco Battiato ci ricorda che tutti noi siamo solo di passaggio, il passaggio è anche movimento e cambiamento, ma soprattutto è un fluire di eventi, narrazioni e idee, tanto che per esempio si parla del “passaggio di un brano” o del “passaggio di un testo” per riferirsi a un tratto saliente. Fino al punto che, quando qualcosa si rivela davvero topica, si parla di “passaggio chiave”.
Questa è la mia ultima lettera che vi scrivo all’atto del congedarmi da Governatore del nostro Distretto, restituendo alla collettività del nostro sodalizio il ruolo che mi è stato conferito per quei brevissimi (ma allo stesso tempo impegnativissimi) 365 giorni, per quei 525.600 minuti. Passano le stagioni e passano gli astri del cielo, ma in modo molto più terra-terra mi piace immaginare questo momento come il passaggio del pallone tra due calciatori, o tra due cestisti, che giocano nella stessa squadra e indossano la stessa maglia e la stessa spilla.
Da domani inizierà per me il momento dei bilanci, per Fiorella – alla quale auguro di aiutarci a creare una grande speranza – quello dell’azione, per tutti sarà un nuovo inizio. Saranno 527.040 minuti e, come ci aveva ricordato Jennifer Jones, dipenderà tutto da come sceglieremo di viverli. Oggi, invece, è per me il momento dei più sinceri ringraziamenti.
Il primo, rivolto a tutti voi Soci e Amici, è per quanto avete fatto in questa annata a prescindere dall’attività del Distretto. Il nostro sodalizio è composto di donne e uomini di grande valore e professionalità, e custodisce la sua forza in una rete capillare sul territorio che arriva a portare attività di servizio, iniziative e (lo dico con tutto il peso che la mia carica ancora per qualche ora mi dà) il buon esempio di vita, di etica e di princìpi in ogni luogo del nostro territorio, e molto spesso anche al di fuori.
Potrei citare uno a uno, per un sincero ringraziamento, i Governatori del nostro e degli altri distretti con cui ho lavorato e collaborato, l’RRD, i Presidenti dei Club del nostro Distretto, i rappresentanti internazionali che abbiamo avuto l’opportunità di conoscere, la squadra distrettuale, i membri delle Commissioni e ciascun socio – Rotary, Rotaract e Interact – del Distretto 2072 con la propria famiglia: sarebbe doveroso e sentito, ma probabilmente noioso e forse anche un po’ scontato.
Preferisco invece invitare ciascuno di Voi a concedersi un attimo di tempo per pensare a quanta strada è stata fatta dal “passaggio” di un anno fa a quello di oggi, a ricordarsi di dedicare un pensiero affettuoso – e magari anche un grazie esplicito – alle persone che sono state importanti e che hanno saputo servire oltre il proprio interesse personale, rimboccandosi le maniche e permettendo a noi tutti di “darci del noi”, come abbiamo più volte ripetuto al 10° Congresso Distrettuale dello scorso fine settimana.
Grazie a chi ha saputo mantenere – o forse ritrovare, dopo la pesantissima pandemia – il piacere di stare insieme in amicizia, a chi ha rimesso in moto i motori anche per recuperare un po’ di quel tempo sospeso in cui tutti abbiamo vissuto per molti mesi.
Grazie a chi ha messo il proprio cuore, prima ancora della propria professionalità e delle proprie risorse, a disposizione del proprio Club, del Distretto, del Rotary internazionale o più in generale della collettività. A chi ha fatto azioni straordinarie per generosità o audacia, ma anche a chi ha trovato il tempo e la voglia di aggiungere un piccolo tassello in quello straordinario mosaico che è l’azione rotariana, cosa che abbiamo ben visto in occasione della calamità accorsa alla nostra Regione.
Il mio ultimo ringraziamento non va a una singola persona (e ce ne sarebbero tante!), non a un Club e nemmeno a un gruppo di lavoro, ma a un’idea che ci accomuna. Ciascuno di noi, facendo parte del Rotary, ha il privilegio di essere parte di una grande famiglia che ha scelto di stringere rapporti di amicizia e di finalizzarli al bene della collettività. Un credito che abbiamo avuto in dono e che è nostro dovere restituire agli altri.
Sentiamoci onorati se abbiamo avuto il privilegio di servire – anche solamente pro tempore – con un ruolo di coordinamento o di responsabilità, ricoprendo una carica formale o in quanto rappresentanti di gruppi di lavoro. Per me è stato un grandissimo dono, oltre che un privilegio, avere potuto servire il Distretto per questi dodici mesi, proprio come continuerò a farlo nei tempi e nei modi che eventualmente mi saranno richiesti per gli anni a venire.
E con l’augurio che rivolgo a tutti noi di continuare sempre a chiederci se ciò che facciamo sia conforme alla verità, sia corretto per tutti coloro che sono coinvolti, sia di stimolo per la crescita di migliore buona volontà reciproca e di sentimenti di amicizia, e sia di beneficio per tutti gli interessati, Vi abbraccio, sinceramente.
Buon Rotary.
Guastalla, 30 giugno 2023